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Studiare ingegneria elettronica in Irlanda: università e corsi

Studiare ingegneria elettronica in Irlanda richiede preparazione e motivazione. Scopri le università, i costi e i veri requisiti per partire.

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Studiare ingegneria elettronica in Irlanda: ecco cosa serve davvero sapere (niente filtri)

Partiamo da una cosa semplice: l’Irlanda affascina. Se stai pensando di studiare ingegneria elettronica qui, probabilmente ti attirano la lingua inglese, le università che suonano bene, il fatto che tanti italiani ce l’abbiano fatta prima di te. Ma la verità è che, dietro le brochure e i post motivazionali su Instagram, ci sono tante domande concrete (e qualche ostacolo vero). Provo a risponderti senza giri di parole, come farei con un amico che mi chiama da casa, un po’ nel panico.


1. Le università irlandesi: quali considerare davvero?

Ne senti sempre parlare, ma poche guide ti dicono come stanno davvero le cose:

Trinity College Dublin (TCD)

Un nome che impressiona e non solo per l’architettura. È il più famoso, pieno di studenti stranieri e di corsi ben strutturati (ingegneria elettronica e informatica, in particolare). Dublino però è cara, e il clima universitario può essere molto competitivo. Se sogni serate in pub storici e sei pronto a confrontarti con ragazzi da tutto il mondo – ottimo. Però non aspettarti vita facile.

University College Dublin (UCD)

Qui la tecnologia va forte, i corsi sono moderni (Electronic Engineering e simili) e non manca il ponte verso le aziende del settore tech. Il campus è enorme, verde, a pochi chilometri dal centro. Ti piace il dinamismo, le possibilità di networking e una certa vivacità? Dai un’occhiata.

University of Limerick (UL)

Forse meno “glamour”, ma merita per chi vuole più tranquillità e classi meno numerose. L’ambiente è più alla mano, meno stressante, e molte lauree offrono il cosiddetto co-op (cioè lavori veri, retribuiti, mentre studi). Se l’idea di una città universitaria più piccola ti piace, qui respiri Ireland vera e sei comunque connesso alle aziende.

Dublin City University (DCU)

Più giovane, molto pratica, con forti legami con le imprese di tecnologia (non solo a parole). Chi cerca un’esperienza orientata al futuro, molto pratica, qui trova una buona soluzione. Ma occhio, la vita universitaria qui corre: tanti progetti, tanti laboratori.


2. “Ok, ma come ci arrivo?” Requisiti veri e passi pratici

Niente magie. Serve:

  • Diploma delle superiori (scientifico e ITIS sono i più immediati, ma anche altro va bene se hai buona base in matematica/fisica – controlla sempre!).
  • Inglese “vero”: Per essere chiari, ti chiedono spesso IELTS 6.0–6.5. Non pensare che l’inglese scolastico basti. A tanti è toccato rimandare di un anno per ripassare la lingua (te lo raccontiamo tra poco).
  • Documenti pronti e in ordine: Le pagelle, una lettera motivazionale sincera (non copiata!), a volte una reference letter (basta un professore che ti conosce sul serio).
  • Tempistiche: Di solito hai tempo fino a fine primavera/inizio estate, ma alcune università chiudono tutto prima, specie per chi vuole il posto letto assicurato. Occhio: mai lasciare all’ultimo.
  • Visto? Se hai passaporto italiano, buona notizia: zero visti, basta la carta d’identità. Se rimani oltre 90 giorni dovrai registrarti per il permesso locale – una grana gestibile.

Non tutte le università funzionano uguale: alcune chiedono test extra, altre no. Meglio scrivere, chiedere, evitare errori per fretta o distrazione.


3. I costi, senza illudersi

Qui tante guide sembrano parlare d’altro: sì, l’università in Irlanda può fare male al portafoglio.

  • Tasse universitarie: Fino a qualche anno fa gli europei pagavano meno. Ora si viaggia spesso tra i 3000 e i 6000 euro l’anno, ma alcune università hanno spinto molto più su (fino a 20.000 euro). E cambiano spesso le regole: prima di farti illusioni, controlla quella ACTUALMENTE in vigore (o chiedici info fresche, nessun problema).
  • Vivere a Dublino? Qui serve essere onesti: l’affitto mangia la fetta più grossa. Affittare una stanza, condividere casa e spese, significa in media tra 1000 e 1400 euro al mese. Dormire in periferia o in altre città (Limerick, Cork, Galway) è più abbordabile.
  • Borse ed Erasmus: Ci sono. Le borse di merito sono una realtà (non sempre facili da prendere, ma se hai un buon curriculum si può tentare). Erasmus+ vale solo per periodi limitati, ma può essere un modo per non buttarsi subito a capofitto in un’esperienza troppo lunga.
  • Lavori part-time: Gli studenti possono lavorare (fino a 20 ore a settimana durante il semestre, di più in vacanza). La paga aiuta, ma di solito non copre tutti i costi se non si fa una vita ultra-frugale.

4. Le domande che in tanti (finalmente) fanno

Dublino o una città minore?
Dublino = opportunità, vita notturna, aziende, ma prezzi alle stelle e tanto movimento (a qualcuno piace, altri faticano). Le città più piccole danno respiro, costano meno, e sono più “vivibili” – che non guasta, soprattutto se parti con qualche paura in tasca.

Trovare casa è così difficile?
A Dublino sì, davvero. Le residenze universitarie si riempiono in fretta (prenota con molti mesi di anticipo!) e il mercato privato è agguerrito. Fuori dal capoluogo, invece, la situazione migliora.

Cosa succede dopo la laurea?
Qui dipende da te. Tanti italiani restano a lavorare nel settore tech (che tira), altri tornano per un master in Italia o si buttano nella ricerca. L’Irlanda è ricca di multinazionali, sì, ma non assume tutti a braccia aperte: serve essere proattivi, avere esperienza pratica e, spesso, accettare di partire dal basso.

Quali sono i rischi veri (non scritti nei cataloghi)?

  • Costo della vita elevato
  • L’impatto del clima (sì, piove spesso)
  • Solitudine, soprattutto i primi mesi lontani da casa e amici
  • Pressione accademica: il ritmo è sostenuto, c’è da studiare (più di quello che sembra)
  • Diversità culturale: può essere arricchente, ma anche spaesante all’inizio

C’è chi rinuncia dopo poche settimane, succede. Ma chi regge, cresce molto.


5. Storie vere (di errori e scelte)

Sara, 19 anni, appassionata di robotica:
Aveva scelto Dublino a occhi chiusi, senza leggere le richieste sull’inglese. L’application non è andata a buon fine, per colpa del livello d’inglese. Niente panico: ha scelto di fare un anno sabbatico dedicato solo all’IELTS, e ora studia lì. In realtà l’errore le è servito per arrivare più preparata.

Marco, 20 anni, finito a Limerick “per caso”:
Convinto che bastasse iscriversi online. Peccato che la media di quinta superiore era troppo bassa per il suo primo corso. Un po’ amareggiato, ha ripiegato su Limerick: città più piccola, ma si è accorto che qui è più semplice conoscere gente, e ha trovato un co-op che gli piace. Anche le partenze a “mezzo cuore” riservano sorprese positive.

Errori che fanno (quasi) tutti:

  • Non prendersi per tempo con i documenti (soprattutto la lettera motivazionale)
  • Sottostimare i costi (e il cambio euro-sterlina non aiuta mai)
  • Affidarsi solo alle info “ufficiali” senza cercare pareri veri di chi c’è già stato (altrimenti si rischia una grossa delusione)
  • Non chiedere aiuto per tempo: basta una mail per evitare una settimana di stress

6. Master o double degree, se non vuoi mollare tutto subito

Una soluzione che in pochi considerano: partire dopo la triennale in Italia, scegliendo un master o un double degree. Meno rischi, costi gestibili e più consapevolezza. Diverse università italiane collaborano con l’Irlanda: chiedere in segreteria non costa nulla.


7. Perché proprio Irlanda? (la versione senza cliché)

  • L’inglese non è “british”, ma va più che bene per lavorare in Europa e nel mondo tech.
  • Il settore ingegneristico è in crescita (le grandi multinazionali informatiche ed elettroniche sono davvero qui, e fanno recruiting nelle università).
  • Più connessione pratica: a lezione non stanno solo sulla teoria, ma fanno fare laboratorio, progetti, lavoro di gruppo.
  • La gente è più easy di quello che ti immagini: tanti italiani dicono che, dopo lo shock iniziale, trovano ambienti più inclusivi rispetto ad altre mete.

In sintesi (senza promesse da pubblicità):

Andare in Irlanda a studiare ingegneria elettronica è un salto vero: costa, richiede preparazione e tanta motivazione. Se la tua priorità è l’inglese, le prospettive di lavoro all’estero e vuoi un ambiente internazionale, vale la pena pensarci seriamente. Ma senza illusioni: qui, come dappertutto, serve impegno e anche capacità di accettare che magari non è la strada giusta per tutti. Se vuoi confrontarti con chi c’è già passato e ricevere risposte “senza filtri”, siamo qui.

Dubbi? Scrivici, raccontaci le tue insicurezze, anche quelle che sembrano inutili—le abbiamo vissute anche noi. Nessuna domanda è banale, e nessuna scelta è perfetta. L’importante è non improvvisare da solo. Se hai bisogno di una mano, Studey c’è, senza promesse magiche, ma con tanti consigli pratici e sinceri.

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