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Studiare ingegneria elettronica in Irlanda: corsi e università

Studiare ingegneria elettronica in Irlanda offre opportunità uniche, ma sarà importante affrontare sfide come la lingua e la burocrazia con pazienza e organizzazione.

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Studiare ingegneria elettronica in Irlanda: tutto quello che nessuno ti dice (davvero)

Se stai pensando di iscriverti a ingegneria elettronica in Irlanda, è normale essere pieno di domande, dubbi (e qualche ansia). Trovare informazioni online spesso sembra facile, ma quando inizi a scavare ti rendi conto che ci sono mille dettagli che nessuno spiega mai fino in fondo. Niente panico: qui trovi una panoramica vera, senza giri di parole o promesse da venditore, per aiutarti a capire se questa strada fa per te — e a non farti sorprendere da imprevisti.

Dove si studia ingegneria elettronica in Irlanda?

I corsi di ingegneria elettronica (o “Electronic Engineering”/“Electronic & Electrical Engineering”, a seconda dell’università) sono molto richiesti e ci sono diverse università in cui potresti trovarli. Ti segnalo quelle che, per esperienza diretta di chi ha già fatto il salto, si sono rivelate più attrezzate e accoglienti per studenti internazionali:

  • University College Dublin (UCD)
    Qui trovi un mix interessante di teoria e laboratorio, dalle basi dell’elettronica fino a cose più specifiche come micro-controllori, sistemi digitali, comunicazioni. Il campus è grande e pieno di life, ma se sei più “piccola realtà”, potrebbe spiazzarti all’inizio.
  • Dublin City University (DCU)
    Più orientata al “fare” che al “raccontare”: qui chi entra ama vedere le cose funzionare sul serio. Elettronica “pura”, robotica, software: c’è molta interdisciplinarità. Attenzione, il ritmo può essere tosto.
  • Technological University Dublin (TU Dublin)
    Un ambiente più pratico e diretto, meno “accademico”: l’ideale se pensi già all’inserimento nel mondo del lavoro e vuoi corsi tecnici che non restino solo sulla carta.
  • University of Limerick (UL)
    Famosa per le sue collaborazioni con aziende: se ti vedi già a smontare e rimontare sistemi elettronici in progetti reali, qui potresti trovare lo spazio giusto.

Ci sono ovviamente altre università che offrono percorsi simili, ma queste sono quelle che tendono a incontrare meglio le esigenze degli studenti italiani sotto vari punti di vista (non sempre tutto fila liscio, però: onesto dirlo!).

Requisiti e quello che (forse) non ti aspetti

Di solito per accedere a un corso di ingegneria elettronica in Irlanda serve:

  • Diploma di scuola superiore, meglio se con un programma “scientifico” (tanta matematica e fisica aiutano).
  • Livello inglese certificato (quasi sempre IELTS o simili: il punteggio richiesto oscilla tra 6.0 e 6.5 — non banale se l’inglese non è il tuo forte).
  • A volte devi preparare un personal statement, lettere di motivazione, referenze degli insegnanti o addirittura il CV.

Piccolo ma fondamentale dettaglio:
I moduli di iscrizione, le deadlines e la quantità di burocrazia da gestire ti vengono spesso spiegati in modo poco chiaro (e, se sbagli, difficilmente ti danno una seconda possibilità). Se pensi di cavartela da solo, va bene — ma attenzione: l’Irlanda non è l’Italia, qui se perdi una scadenza o il tuo inglese tecnico non regge, rischi davvero di rallentare (o bloccare) tutto.

Costi: tra realtà e "numeri sul sito"

Studiare in Irlanda è un investimento. Le tasse universitarie per studenti EU vanno, mediamente, dai 3.000 ai 8.000 euro all’anno — dipende sia dall’università che dal singolo corso (spesso le ingegnerie stanno nella fascia alta). Di solito tutto quello che riguarda i laboratori non è incluso: costo dei materiali, eventuali libri, software, ecc. vanno aggiunti.

La verità che spesso si tende a sottovalutare?
La vita in Irlanda (soprattutto a Dublino) può essere parecchio cara: affitto, mezzi pubblici e perfino la spesa possono spiazzare se sei abituato ai prezzi italiani. La maggior parte degli studenti italiani che sentiamo ogni anno si trova a dover rivedere il budget dopo il primo mese.

Per le borse di studio? Qualcosa c’è, ma spesso sono competitive e legate al merito o a situazioni specifiche. Se hai domande concrete o vuoi sapere le opzioni precise dell’anno in corso, chiedici pure — noi non abbiamo la bacchetta magica, ma possiamo segnalarti le opportunità più adatte e reali, anche se a volte la risposta sarà “al momento no”.

Cosa aspettarsi (e cosa non ti dicono)

Lingua e socialità: all’inizio non è sempre una festa

Anche se hai un buon inglese scolastico, le prime lezioni sono spesso un incubo: accenti diversi, vocaboli tecnici che non hai mai sentito, professori che parlano veloci. Non è che “basta qualche settimana e si entra nel mood” — a volte servono mesi (noi conosciamo bene quella sensazione di essere sempre “mezzo indietro” nelle prime settimane).

Per farsi degli amici? Dipende un sacco dalle iniziative dell’università e soprattutto da quanto sei disposto a buttarti: molti studenti italiani passano i primi mesi con altri italiani semplicemente perché è più facile. Ma il rischio è di sentirsi un po’ fuori dal giro internazionale.

Carico di lavoro: organizzazione prima di tutto

Ingegneria è dura ovunque. In Irlanda la didattica è veloce, tanti laboratori, spesso progetti di gruppo (anche con persone che parlano una lingua diversa dalla tua, altro che “gruppetti delle superiori”). C’è da studiare tanto, e il rischio di perdersi è reale se non prendi da subito un ritmo.

Pratiche e burocrazia: servono pazienza e attenzione

Anche se non serve il visto per chi ha passaporto europeo, serve registrarsi, gestire le pratiche di residenza (il famoso PPS number, account bancario locale, ecc…). Qui spesso le informazioni sono poco “italiane” e la tentazione di arrendersi c’è. Fare errori non vuol dire essere “finiti”: chiedi aiuto, che sia a noi o a qualcuno che ci è già passato, e cerca di affrontare le cose un passo alla volta.

Un po’ di imprevedibilità fa parte del gioco

Cambi di programmi all’ultimo? Capita, anche qui. Modifiche di orari, moduli, laboratori sovraffollati: bisogna essere pronti a trovare soluzioni e chiedere info quando qualcosa non torna. Non sempre tutto fila liscio (e no, nessuno ha una soluzione magica).

Voci dalla community: due storie vere

Marco (DCU):
“Il primo semestre non sapevo letteralmente dove sbattere la testa: tra lezione in inglese, esercizi e vita pratica, mi sono trovato spesso a rincorrere. Poi mi sono fatto un piano: orari fissi, dettagli su cosa studiare e quando rilassarmi. Senza quello, mi sarei perso del tutto.”

Sara (UCD):
“I primi giorni mi sembrava di sbagliare tutto, anche solo con la burocrazia: moduli mai sentiti, richieste strane… Ho chiesto aiuto a Studey praticamente per ogni passaggio e, a un certo punto, ho trovato anche altri italiani nella stessa barca: parlarne insieme salva davvero la giornata.”

Irlanda o no? Non è per tutti, va benissimo così

Irlanda è una scelta solida per molti — ma non è detto che sia sempre la risposta migliore. Alcuni studenti cercano invece l’UK, i Paesi Bassi, la Germania o il Canada per ragioni molto diverse: costo, tipo di università, possibilità di rimanere dopo gli studi.

Prima di decidere ti consigliamo davvero di farti queste domande (magari per iscritto):

  • Cosa voglio studiare davvero? (alcuni corsi cambiano tantissimo tra paese e paese)
  • Che tipo di esperienza di vita cerco? (grandi città, piccole realtà, clima, cultura)
  • Come gestisco budget, borse di studio e costo della vita?
  • E dopo la laurea? Mi interessa lavorare dove ho studiato?

Se non sai da dove iniziare a rispondere, o hai paura di perdere tempo su dettagli che sembrano banali ma poi fanno la differenza, siamo qui. Nessuna consulenza magica, nessun modulo complicato: solo qualcuno che c’è già passato, che ascolta e ti aiuta a chiarirti le idee un pezzettino alla volta.


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