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Studiare ingegneria biomedica in Olanda: guida per italiani

Studiare ingegneria biomedica in Olanda offre opportunità, ma è fondamentale essere realistici riguardo ai costi e alle sfide da affrontare.

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Studiare ingegneria biomedica in Olanda: tutto quello che avrei voluto sapere prima di partire

Partiamo dalla domanda che molti si fanno: “Vale davvero la pena andare in Olanda a studiare ingegneria biomedica?”
Spoiler: non esiste una risposta valida per tutti. Ma se ti stai ponendo questa domanda, vuol dire che stai già facendo una cosa fondamentale — informarti, e non solo seguire la moda del “tutti vanno all’estero, vado anch’io”.

Perché tanti scelgono l’Olanda (e perché forse non fa per te)

L’Olanda è piena zeppa di corsi tecnici (STEM) in inglese, e il sistema universitario è davvero collegato con il mondo del lavoro, compreso il settore biomedicale che qui è super sviluppato.
Però bisogna dirsi la verità: vivere e studiare in Olanda non è “facile e perfetto”. I costi, specie in città come Rotterdam o Amsterdam, sono più alti rispetto all’Italia, la burocrazia a volte fa sudare più di un esame, e l’ambiente competitivo non è per tutti.
Noi di Studey parliamo spesso con studenti che, dopo l’entusiasmo iniziale, si trovano a fare i conti con la solitudine, la nostalgia di casa, e il fatto che non sempre riesci a capirti fuori dall’università se il tuo olandese è zero.

Come funziona ingegneria biomedica in Olanda – senza giri di parole

  • Struttura del percorso
    Di solito si parte con un Bachelor di 3 anni. Se vuoi specializzarti, puoi aggiungere un Master (1 o 2 anni a seconda del corso e dell’università).
    Le università di riferimento? TU Delft, TU Eindhoven, University of Twente… ma ce ne sono anche altre. Occhio che il “nome famoso” non è tutto: ogni ateneo va capito per quello che offre davvero.
  • Lingua
    Quasi tutti i corsi sono in inglese — meglio di così. Ma l’inglese lo devi sapere davvero, e serve una certificazione (IELTS/TOEFL, ecc.). Tante ammissioni saltano proprio per questo.
  • Ammissione
    Hai bisogno del diploma italiano e, di solito, di buoni voti in matematica, fisica e biologia. Alcune università chiedono altri documenti (pagelle, personal statement, lettere di referenza). Non farti trovare impreparato: ci sono scadenze e regole per ogni corso.

Quanto costa davvero? (Spoiler: più di quanto sembra)

Le tasse universitarie (per chi ha passaporto italiano-UE) sono sicuramente più basse che altrove, ma la vera spesa, quella che pesa, è la vita quotidiana.
Alloggio? A Rotterdam o Delft può facilmente superare i 500-700 euro al mese per una stanza. E le stanze non si trovano mai subito.
Aggiungi assicurazione sanitaria (obbligatoria), libri, trasporti, cibo: meglio farsi due conti reali prima di partire… e attenzione: la vita sociale costa.

Per l’aggiornamento sui costi (e per capire se ci sono borse di studio ancora attive), se vuoi, puoi scriverci — quando non lo sappiamo anche noi ci mettiamo a fare ricerche insieme allo studente, senza millantare soluzioni facili.

Burocrazia e scocciature da mettere in conto

  • Visto
    No, se sei UE non serve. Però quando arrivi devi registrarti al municipio, con nome impronunciabile e attese annesse.
  • Assicurazione sanitaria
    Da fare subito, se lavori — o comunque da capire bene, perché le regole cambiano in base alla situazione.
  • Alloggio
    Non ti nascondiamo che trovare camera è stressante e competitivo. Ci sono “student housing”, ma vanno via in fretta; molti ripiegano su stanze in affitto con altri studenti (tante realtà sono accettabili, altre…ni).
    Attenzione alle truffe online e ai depositi persi: se hai dubbi, chiedi sempre a chi ha già vissuto questa esperienza.

Errori in cui cadiamo TUTTI almeno una volta

  • Arrivare senza una certificazione d’inglese “reale” (ci sono passati quasi tutti: “Tanto il mio inglese va bene, basta il B2...”. No, spesso non basta).
  • Non studiare le scadenze: le application vanno fatte mesi prima e ogni corso ha le sue regole.
  • Sottovalutare i costi (vedi sopra). Oppure pensare “tanto troverò lavoro subito”: non sempre succede.
  • Credere che “tanto mi adatto ovunque”. All’inizio è uno shock, e serve tempo (e umiltà) per integrarsi davvero.
  • Non chiedere mai aiuto. Tantissimi pensano che “ce la faranno da soli” e poi si trovano a rincorrere problemi di documenti, tasse, scadenze perse.

E dopo l’ammissione? Non sei mai davvero “solo”

Una volta ammesso, tantissimi pensano che sia fatta. In realtà, il difficile (o il bello) spesso comincia dopo: laboratori impegnativi, tanto lavoro di gruppo, professori che si aspettano molto.
Fuori dall’università, poi, arriva la sfida vera: imparare a gestirti, a vivere da solo, magari trovare un lavoretto per pagarti parte delle spese (possibile, ma richiede organizzazione). L’inglese, anche con la certificazione, viene messo alla prova ogni giorno — sì, anche al supermercato, dove per chiedere una noce di cocco sembra di dover passare un esame orale.

Studey: cosa facciamo davvero

Non siamo qui a raccontarti che basta chiamarci e va tutto liscio. Quello che possiamo fare (e facciamo ogni giorno) è:

  • Leggere i tuoi documenti e capire se mancano cose importanti
  • Darti un consiglio sincero su quali università hanno senso per te, anche quando vuol dire “meglio aspettare un anno e rafforzare la preparazione”
  • Aiutarti a scrivere il personal statement che non sia la solita “lettera perfetta” ma dica qualcosa di vero su di te
  • Seguire passo-passo le scadenze, evitando le classiche dimenticanze che possono rovinare tutto
  • Spiegare, quando serve, come muoversi tra assicurazioni, alloggi, o come chiedere le referenze ai professori italiani (che non sempre capiscono il sistema olandese)
  • Se non abbiamo la risposta, lo diciamo e collaboriamo con te per scoprirla

Siamo una community — di ex studenti che ci sono passati, di advisor che vogliono vedere le cose migliorare (non solo “chiudere una pratica”), non un servizio clienti che legge una FAQ.

Domande che riceviamo spesso

“Serve davvero l’IELTS/TOEFL?”
Sì, e non sempre accettano il B2 classico fatto a scuola. Guarda bene i requisiti di ogni corso.

“Posso lavorare mentre studio?”
Sì, ma il tempo è poco e le università si aspettano presenza e risultati — è gestibile, ma non banale.

“Meglio partire subito per il bachelor o fare prima un percorso in Italia?”
Dipende: se hai basi solide, forse sì. Se senti che devi rafforzare qualcosa, non è un fallimento restare ancora un anno o prepararsi meglio.

“È così diversa la didattica?”
Sì. Più pratica e interattiva — molti italiani all’inizio si sentono spaesati, ma poi apprezzano.

“Tutti si integrano subito?”
No, qualcuno ci mette mesi, qualcuno si trova bene in una settimana. Farsi illusioni non aiuta, ma nemmeno spaventarsi troppo.

In conclusione

L’Olanda offre davvero tanto per chi vuole studiare ingegneria biomedica, ma non è una passeggiata né una scelta “da prendere sotto gamba”. Servono preparazione, realismo e la voglia di mettersi in gioco — anche nei giorni in cui non vorresti fare altro che prendere un aereo per tornare a casa.
Se stai cercando qualcuno che ti dica solo “vai tranquillo, è tutto facile” non siamo le persone giuste.
Se vuoi invece un confronto sincero, qualcuno che impacchetti le paure insieme a te e ti aiuti concretamente (senza bacchetta magica), scrivici o prenota una chiacchierata con uno dei nostri advisor: almeno ti togli i dubbi, e eviti qualche scivolone. Solo così si parte col piede giusto.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.