Studiare Economia e Management in Olanda: cosa aspettarsi (senza filtri)
Se stai valutando di studiare economia e management in Olanda, probabilmente lo fai perché hai sentito parlare bene delle università olandesi, dei corsi in inglese e della vita internazionale che si respira da quelle parti. Ottimo punto di partenza, ma — tanto per chiarirci subito — non è tutto semplice o scontato. Ci sono opportunità reali, ma anche ostacoli e aspetti meno “instagrammabili” di cui è giusto parlare prima di prendere decisioni importanti (magari lo zaino nuovo con la bandiera olandese te lo compri dopo).
Perché scegliere l’Olanda?
Il sistema universitario olandese piace a molti per due motivi principali: è quasi sempre aperto agli studenti internazionali (anche con corsi triennali in inglese), e mette abbastanza sul serio la parte pratica dello studio. Qui non si tratta solo di prendere appunti e imparare a memoria: tra lavori di gruppo, casi aziendali ed esami mid-term ti troverai spesso a discutere, presentare e ragionare su problemi veri, non solo teoria. E se vuoi una carriera nel business o nel management, questa è una bella palestra.
Però... (ed è un però importante), serve prepararsi a una certa dose di fatica, flessibilità mentale e, spesso, ad adattarsi anche a uno stile di vita diverso dal nostro. Le università non si perdono dietro a mille spiegazioni, i professori sono esigenti, la vita può costare più di quanto immagini (specialmente ad Amsterdam o Rotterdam).
Qualche nome da conoscere
Non tutti gli atenei si assomigliano, anche se nei forum la classifica sembra sempre quella. Qui qualche riferimento reale, senza mitizzazioni:
- Università di Amsterdam (UvA): triennali e magistrali in inglese, ambiente internazionale; attenzione però, l’ammissione ai programmi più richiesti è davvero competitiva.
- Erasmus University Rotterdam: punto di riferimento per business e management, forti contatti col mondo dell’impresa. Se cerchi l’esperienza “aperta al mondo”, qui potresti trovarti bene.
- Tilburg University: molto apprezzata per economia, business, marketing; strutture più raccolte rispetto alle big city, buon equilibrio tra teoria e pratica.
- Maastricht University: conosciuta per il metodo Problem-Based Learning. Se ti piace imparare cercando soluzioni a problemi veri, preparati a tanti lavori di gruppo e pochissima “lezione frontale”.
Qui parlare inglese bene è un prerequisito vero: di solito viene richiesto il certificato IELTS o TOEFL. Serve anche una media scolastica in linea con la domanda, e spesso — se non sempre — una lettera motivazionale o un personal statement scritto con attenzione. Più che curriculum da top student, vogliono coerenza e verità nel racconto.
Come funziona l’application?
In pratica dovrai:
- Tradurre certificati (con traduzione certificata, non “fatta in casa”)
- Attestare la tua conoscenza dell’inglese (IELTS/TOEFL, e qui non si bara)
- Preparare un personal statement credibile, che spieghi chi sei e perché proprio quel percorso (ci capita spesso di vedere testi “fotocopia” che non convincono nessuno)
- Chiedere referenze o lettere di raccomandazione: meglio pensarci presto, perché i professori italiani non sempre rispondono in 24 ore (anzi…)
Ogni università ha scadenze diverse e, spoiler: chi pensa di poter fare tutto all’ultimo si prende brutte sorprese.
Costi, borse di studio (e realtà dei fatti)
Le tasse universitarie per studenti italiani sono più basse rispetto agli extra-UE, ma parliamo comunque di alcune migliaia di euro l’anno. Poi aggiungi alloggio (che può essere il vero incubo in città come Amsterdam), spese quotidiane e assicurazione sanitaria obbligatoria. Anche con una borsa di studio — che esiste, ma va vinta — il budget totale non è mai piccolo.
Non ci sono, però, borse che “coprono tutto e subito” per tutti. E spesso la selezione è dura. Prima di lanciarti, fai i conti realmente: somma spese, stima i costi e considera di più la tua reale situazione che non la tabella delle borse pubblicata online.
Non escludere altre opzioni, nemmeno l’Italia o città europee meno famose: a volte è meglio riconoscere che in questa fase “seguire il flusso” verso l’Olanda può non essere la scelta giusta per tutti. E non c’è nulla di male nel cambiare idea.
Com'è davvero la vita da studente in Olanda?
Qui dobbiamo essere chiari. La vita da studente in Olanda è internazionale e molto viva, ma il salto rispetto all’Italia (soprattutto se arrivi dal liceo) si sente. Le classi sono spesso miste, i professori si aspettano autonomia, l’inglese non viene perdonato. Spesso capita di sentirsi spaesati, un po’ “pesci fuor d’acqua” soprattutto nei primi mesi.
Un nostro ex studente ci ha raccontato senza troppi filtri:
“Pensavo fosse tutto facile solo perché il corso era in inglese, ma la differenza con l’Italia si sente, soprattutto per l’organizzazione e le aspettative del professore. La preparazione va curata ogni giorno, senza lasciare nulla all’ultimo”.
Quindi: sì, si sopravvive, ma preparati a disciplina, cambi di abitudini e, soprattutto, a cercare attivamente amici e reti di supporto. Qui è normale sentirsi soli ogni tanto — fa parte dell’esperienza. Non bisogna nasconderlo, anzi: sapere che anche altri ci sono passati può aiutare.
Prima di decidere davvero
Un piccolo vademecum “per non farsi illusioni”:
- Fai bene i conti: tasse, alloggio, caffè (se vuoi quello vero, preparati a pagarlo caro), assicurazione... tutto pesa.
- Leggi bene i requisiti — ogni università ha le sue regole e non ammette eccezioni.
- Inizia presto a lavorare su personal statement e richieste di referenze: sono dettagli che fanno la differenza.
- Le borse di studio ci sono, ma richiedono tempo, strategie e — onestamente — anche fortuna. Non sono per tutti.
- Rifletti sul tuo metodo di studio: quello olandese non è per tutti, e va benissimo se capisci che preferisci altro.
- Non seguire le scelte “per moda”: è la tua vita, non quella di Instagram.
Se hai mille dubbi e non sai da dove partire — tranquillo, è normale. Se vuoi confrontarti con chi ci è già passato e non ti promette solo “scorciatoie”, chiedici pure: possiamo parlare, valutare senza pressioni e capire insieme se questa sia la scelta giusta per te. Non serve essere già perfetti, ma sapere a cosa si va incontro aiuta a non prendere fregature.
Studiare all’estero è una scelta grande, vera, e che cambia le cose. Meglio farla con tutte le carte in tavola, e con qualcuno che ti capisce davvero accanto.
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