Studiare Economia Aziendale nel Regno Unito: cosa c’è davvero da sapere
Se il mondo dell’economia aziendale ti attira e pensi che il Regno Unito sia la meta giusta, fermati un attimo. Prima di fare qualsiasi scelta, è importante sapere a cosa stai andando incontro davvero – al di là delle brochure patinate o dei racconti luccicanti sui social. Qui cerchiamo di rispondere alle domande che possono toglierti il sonno (e qualche volta l’entusiasmo) quando inizi a pensare a una laurea in Business Management, Economics, Business Administration — chiamalo come preferisci.
Com’è davvero un corso di economia aziendale in UK?
Le università britanniche hanno effettivamente una lunga tradizione: molti corsi sono tirati a lucido per il mercato internazionale, quindi troverai un ambiente multiculturale dove gli studenti – italiani compresi – non sono di certo una rarità. Tuttavia, niente scorciatoie: la richiesta di autonomia e di organizzazione è molto alta.
Dimentica l’idea di preparare l’esame gli ultimi giorni: qui si lavora a progetti di gruppo, paper settimanali, presentazioni in pubblico. Ci sono tutor e professori disponibili, ma non ti prenderanno per mano passo dopo passo.
In più, quasi ovunque si parla di possibilità di stage, collaborazioni con aziende, attività pratiche. E sì, questo è un vero valore aggiunto… ma preparati anche ad affrontare concorrenza, selezioni e spesso una certa pressione per cavartela bene.
E i costi? Sinceramente: studiare in UK non è economico, e le tasse universitarie cambiano (anche molto) da ateneo ad ateneo e da anno ad anno. Il consiglio spassionato: non basarti mai sulle cifre che trovi “a caso”, ma cerca sempre informazioni aggiornate – magari anche scrivendo a qualcuno che c’è già passato, oppure chiedendo a noi senza problemi, senza impegno.
Come si sceglie l’università giusta?
Qui arriva il momento della verità, perché “la migliore università” in assoluto non esiste. Cambiano e molto a seconda di cosa cerchi davvero. Ecco qualche filtro concreto:
- Guardare i ranking va bene (guardali specifici per “Business & Economics”, non solo quelli generici!).
- Non sottovalutare le offerte di stage o i legami concreti con le aziende: in alcune università sono un vero trampolino, in altre sono più “di facciata”.
- Dai un’occhiata ai servizi per studenti internazionali: possono sembrarti sciocchezze, ma avere qualcuno che ti aiuta all’arrivo può salvarti la pelle (o almeno un paio di settimane di panico).
Noi di Studey lavoriamo spesso con ex-studenti che danno consigli terra-terra, anche sulle università che NON sono perfette per tutti. Se vuoi, ti mettiamo in contatto con chi ci è già passato.
I problemi veri (sì, ne parliamo senza problemi)
- La lingua è uno scoglio, soprattutto all’inizio: anche se a scuola te la cavi, qui è tutta un’altra faccenda. Le relazioni internazionali possono sembrare semplici, ma spiegare il pensiero critico in inglese, o scrivere un essay accademico, richiede abitudine.
- La burocrazia – soprattutto post-Brexit – non scherza. Dal visto alle scartoffie per lavorare part-time durante gli studi, sono cose che vanno affrontate con calma (e, qualche volta, con una buona dose di pazienza).
- Ammissioni: ogni università fa a modo suo, con application complesse, personal statement, referenze… la tentazione di buttare tutto all’aria a dicembre è alta. Non sei tu “che non sei all’altezza”: è proprio il sistema che è fatto così.
- Non è obbligatorio partire: a volte restare in Italia (o scegliere un altro paese) ha molto più senso in base agli obiettivi, ai risparmi, alla mentalità. Non ti senti pronto? Va bene così.
Una voce di chi ci è già passato
“Il primo semestre a Manchester mi sembrava di vivere su un altro pianeta. Mi sono reso conto che sapevo l’inglese, ma non quello che serviva lì, specie per gli esami scritti e i lavori di gruppo. Fare errori, sentirsi inadeguati… anche quello fa parte della storia. A salvarmi è stato avere qualcuno a cui chiedere tutto (anche le cose più ovvie). Se posso dare un consiglio è: allenate la lingua, anche dopo il diploma, e chiedete aiuto prima che sia tardi. Da soli si rischia di farsi male.”
Risposte brevi alle domande che ci arrivano ogni settimana
Che livello di inglese serve davvero?
Dipende, ma nella maggior parte dei casi ti chiederanno almeno un IELTS 6.0-6.5 (a volte di più per le università top). Occhio: il livello richiesto per l’application non è necessariamente quello con cui ci si sente a proprio agio in aula.
Com’è il processo di ammissione?
Non esiste una “ricetta unica”: serviranno documenti ufficiali (pagella/e), un personal statement in cui raccontare motivazione e attitudini, referenze da insegnanti e, ovviamente, qualche documento amministrativo. Sembra tutto un casino, e a volte lo è. Se vuoi una mano a vedere cosa manca — ci siamo.
Posso lavorare mentre studio?
Sì – in linea di massima puoi lavorare part-time durante l’università, ma le regole sono cambiate dal 2021. Dipende dal tuo visto e dal tipo di corso. Farsi trovare informati è vitale, perché farsi sorprendere a infrangere le regole non conviene a nessuno.
E se non ce la faccio con l’inglese o vengo “bocciato” all’application?
Questo è più comune di quanto pensi. In questi casi si può rimandare, rafforzare la lingua con corsi intensivi o valutare alternative. Noi non ti promettiamo “passerai di sicuro” (nessuno può garantirtelo), ma troviamo con te un piano B reale, non di fantasia.
In sintesi
Studiare economia aziendale nel Regno Unito può aprirti mondi nuovi, ma – te lo diciamo chiaro – non è una passeggiata. L’ambiente è stimolante, con mille opportunità, ma anche pieno di ostacoli pratici. Se vuoi parlarne, anche solo per “eliminare un po’ di confusione”, scrivici o prenota una chiacchierata gratuita con chi c’è già passato. Senza pressioni né promesse assurde: solo realtà, consigli pratici e, se serve, una mano per ripartire se va storto.
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