Trasferirsi in Irlanda per Studiare: cosa sapere davvero (senza filtri)
Pensare di trasferirsi in Irlanda per studiare può sembrare un film: università internazionali, prati verdi, pub pieni di musica… Ma la realtà? C’è anche un bel po’ di documentazione, burocrazia, ansia da lingua e tutto quel “dietro le quinte” che di solito nessuno racconta. Meglio saperlo prima — almeno arrivi preparato, senza illusioni, ma anche senza sorprese brutte.
Prima cosa: Documenti che ti servono davvero
Se hai il passaporto italiano (quindi UE), le cose sono più semplici rispetto a tanti altri paesi. Ma semplice non vuol dire “fai tutto in dieci minuti”. Ecco cosa serve:
- Lettera di accettazione dall’università: la ricevi solo dopo essere stato ammesso. È fondamentale, perché senza quella non vai da nessuna parte (nel senso letterale).
- Documenti scolastici tradotti in inglese: diplomi, pagelle, certificati. Serve che la scuola (o l’università) ti dia le versioni ufficiali, spesso da allegare proprio nella fase di application o, per alcuni corsi, all’arrivo.
- Prova della conoscenza dell’inglese: qui di solito chiedono IELTS, in qualche caso anche TOEFL o test diversi. Attenzione: la maggior parte delle università irlandesi vuole una versione aggiornata, quindi niente “ripesco quell’IELTS di tre anni fa”.
- Assicurazione sanitaria: questa parte è spesso sottovalutata (anch’io all’inizio non ne capivo la reale utilità, poi bastano due giorni di febbre ed è chiaro perché sia obbligatoria). L’Irlanda in teoria ti permette di accedere ad alcune cure anche attraverso la Tessera Sanitaria Europea, ma occhio: molte università chiedono comunque una polizza privata, soprattutto per gli studenti a lungo termine. Verifica sempre con l’università dove andrai.
- Passaporto valido: scontato, ma vale la pena ricordarlo. Controlla la data di scadenza per evitare scene di panico all’ultimo.
Extra-burocrazia: le cose che non tutti dicono
- Numero PPS (Personal Public Service Number): se vuoi lavorare, anche solo qualche ora a settimana, dovrai fare richiesta di questo numero. Senza, alcune cose pratiche tipo aprire un conto in banca o essere pagato diventano complicate.
- Registrazione in loco: anche se non servono permessi di soggiorno classici, alcune zone (specialmente Dublino) potrebbero chiederti di notificare la tua presenza per motivi amministrativi. Nulla di complicato, ma meglio informarsi per tempo.
E se NON sei cittadino UE?
Qui la storia è diversa: serve il visto, la procedura è un po’ più lunga, i documenti diventano più numerosi e bisogna partire con ancora più anticipo. Non è impossibile, solo più impegnativo. Se sei in questa situazione, segnalacelo: possiamo indirizzarti verso risorse più specifiche, e non lasciarti da solo davanti a un mare di moduli.
I problemi veri: quelli che incontrano quasi tutti
Facile vedere solo le foto degli studenti felici e spensierati, ma la realtà (almeno all’inizio) è diversa:
- La burocrazia può confondere: tra moduli, firme, documenti in inglese e richieste strane, è normale avere la sensazione di non capirci granché.
- Il costo della vita è alto: l’Irlanda non è tra i paesi più economici. Case, trasporti, anche solo una pinta, tutto pesa un po’ di più sul budget.
- La lingua spaventa: pure chi ha un buon inglese si trova a dover capire accenti irlandesi che vanno oltre ogni canzone degli U2.
- Solitudine e ansia da “inserimento”: all’inizio magari ti sembra di essere l’unico a sentirsi spaesato — non è vero, solo che nessuno lo dice abbastanza.
E qui una verità: non tutte le università sono uguali, non tutti i servizi funzionano come promessa sul sito. E va bene dirlo, perché solo così si riesce a prepararsi davvero su cosa ti aspetta (e magari a scegliere meglio).
Qualche consiglio pratico che avrei voluto ricevere
- Inizia la raccolta dei documenti il prima possibile. Alcune scuole tardano settimane a mandare la versione tradotta.
- Se hai già un’idea precisa della zona, cerca gruppi Facebook di italiani là. Non risolvono tutto, ma spesso ti eviti errori banali (tipo prendere una stanza in quartieri “impensabili”).
- Arriva almeno 10/14 giorni prima dell’inizio delle lezioni. Ti aiuta a sistemare questioni pratiche — casa, banca, abbonamento bus — con più calma.
- Non preoccuparti se senti che l’inglese “sparisce” quando parli con alcuni locali. Col tempo si migliora, promesso.
Le domande che tutti hanno, ma pochi osano fare
Posso lavorare mentre studio?
Sì, se sei europeo puoi lavorare part-time (di solito fino a 20 ore a settimana durante il periodo accademico). Però attenzione: non sempre è semplice trovare lavoro subito e pagare tutto solo con un lavoretto può risultare difficile.
Serve un visto?
No se sei cittadino UE, sì se vieni da fuori. Ma conta solo la cittadinanza, non residenza (quindi, anche se vivi da anni in Italia ma hai passaporto extra-UE, dovrai fare richiesta).
Quanto è difficile la burocrazia?
Gestibile… ma solo con pazienza e accettando che qualcosa non filerà mai liscio al 100%. Se hai bisogno di una mano, non c’è niente di male nel chiedere: ci siamo anche per questo.
Se qualcosa non torna? Può succedere, non farti problemi a scriverci
Siamo qui perché ci siamo già passati. Se hai una domanda che ti sembra “banale” o pensi di essere in ritardo, non preoccuparti: in pratica tutti hanno avuto dubbi simili. Possiamo aiutarti con consigli semplici o risorse aggiornate (e se non sappiamo qualcosa, te lo diciamo subito — senza “tirarla lunga”).
Non vendiamo soluzioni magiche, ma ascoltiamo e cerchiamo con te la strada più concreta per farti arrivare in Irlanda senza farti impazzire.
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