Scrivere una Personal Statement per le Università UK: Consigli Pratici, Senza Filtri
Scrivere la personal statement per le università nel Regno Unito può sembrare uno di quei compiti che ti mettono l’ansia già solo a pensarci, e la verità è che sì: richiede un po’ di testa, onestà e fatica. È uno dei pochi momenti in tutto il processo di application in cui puoi davvero parlare di te — e chi legge se ne accorge se stai solo copiando frasi fatte o stai cercando di suonare “interessante” senza esserlo davvero.
Perché è così importante?
Perché è la tua occasione per far capire, a chi magari non ti ha mai incontrato, chi sei davvero, perché vuoi studiare proprio quel corso in UK e cosa porti di unico alla loro università. Non devi essere perfetto: serve essere onesti, solidi e mostrare che sai cosa vuoi e cosa ti motiva.
Cosa vuole leggere la commissione
Le università britanniche non cercano il “genio” o lo studente modello costruito a tavolino, ma qualcuno che abbia qualcosa da raccontare e che ci abbia pensato davvero. Non stanno cercando solo titoli, ma storie vere, passioni autentiche, motivazioni chiare. In poche pagine, vogliono vedere che hai le idee abbastanza chiare su perché vuoi quel percorso… e perché proprio lì.
Come strutturare la tua personal statement
1. Inizio: la tua motivazione, ma senza teatrini
Ci sta voler raccontare cosa ti ha fatto appassionare alla materia — ma lascia perdere le frasi tipo “Fin da piccolo ho sempre sognato di essere un medico/ingegnere/ecc...”. Se c’è un episodio che ha davvero fatto scattare qualcosa (un progetto particolare, una sfida, anche una delusione), parti da lì. Meglio una storia piccola ma vera che un’apertura ad effetto che non ti rappresenta.
2. Passato ed esperienze: dimostra, non dichiarare
Cerca di spiegare, con esempi che ti riguardano sul serio, cosa ti ha fatto crescere, appassionare, cambiare prospettiva. Può essere un corso fatto a scuola, un progetto extracurricolare, un libro che ti ha aperto la mente, una discussione con qualcuno che ti ha fatto fare domande nuove. Racconta perché queste esperienze sono importanti per te e come si collegano al corso a cui ti candidi.
3. Competenze: non solo elenco, ma riflessioni
Hai fatto volontariato, lavori di gruppo, sport, esperienze all’estero, corsi online? Bene. Ma non basta “metterli in lista”: scegli quelli davvero rilevanti e spiega, in modo onesto, cosa ti hanno insegnato, dove ti sei messo in gioco o anche dove hai trovato difficoltà. Sii specifico/a su cosa ti ha lasciato ogni esperienza e come pensi di usare queste competenze all’università.
4. Sguardo in avanti: obiettivi realistici
Qui puoi dire cosa speri di trovare in UK, cosa ti aspetti da questo percorso e dove vuoi arrivare. Non c’è bisogno di dire “Voglio cambiare il mondo”, basta mostrare che hai una direzione, anche solo embrionale, e che vuoi lavorarci sopra.
Evita questi errori (fidati, li vediamo ogni giorno):
- Scrivere solo frasi generiche o copiare da esempi trovati online. Chi legge se ne accorge.
- Riempire il testo con i soliti “sono motivato/a”, “ho buone capacità di comunicazione”, senza esempi concreti.
- Fare l’elenco dei voti, dei premi, delle olimpiadi — sono dettagli che si trovano già nell’application, qui non servono.
- Sopravvalutarsi (o, all’opposto, demolirsi): sii onesto su dove ti senti forte e su dove vuoi ancora crescere.
Qualche consiglio pratico:
- Prenditi tempo: nessuno scrive una personal statement decente in una sera.
- Fatti rileggere il testo da qualcuno che conosce il sistema UK (meglio se ex studenti o qualcuno che ci è già passato).
- Attenzione alla lunghezza! La regola UCAS è severa: massimo 4000 caratteri o 47 righe, spazi inclusi.
- Se ti candidi a corsi molto diversi tra loro, trova punti comuni o valuta di adattare alcune parti. Sii sincero sul motivo per cui li hai scelti.
- Non sentirti obbligato a raccontare “l’impresa dell’anno”. Spesso, sono i dettagli piccoli e personali a fare la differenza.
Errori veri (storie vissute con Studey):
C’è chi viene da noi con una personal statement scritta “per piacere”, ultra impostata, senza un accenno alla propria storia – e la verità è che questi testi risultano sempre piatti. Ricordo una studentessa che ha cambiato completamente la sua bozza dopo aver deciso di parlare di un laboratorio andato malissimo e di cosa aveva imparato dal fallimento. Ha rischiato ed è stata premiata: era finalmente se stessa.
Domande frequenti:
Domanda | Risposta |
---|---|
Quanto deve essere lunga? | Fino a 4000 caratteri/47 righe spazi inclusi. Attento ai tagli automatici. |
Devo citare i voti o i certificati? | No, quello va nella sezione dedicata. Qui conta la motivazione. |
Posso usare lo stesso testo per più corsi? | Fino a un certo punto sì, ma se sono davvero diversi serve personalizzare almeno alcune parti chiave. |
Attività extracurriculari, sì o no? | Sì, ma solo se hanno senso per il percorso che hai scelto e se riesci a spiegare in che modo ti hanno fatto crescere. |
Un’ultima cosa
Nessuno nasce “perfetto” nella scrittura della personal statement. Non metterti troppa pressione e non lasciarti bloccare dal mito della “lettera memorabile”. Quello che conta davvero è che sia tua, sincera, pensata per il corso che ti interessa e che racconti qualcosa che solo tu puoi dire. Se sei bloccato o vuoi solo un parere sincero sul testo, qui ci siamo – spesso basta davvero confrontarsi con chi ci è già passato per vedere cose che da soli non si notano.
Se vuoi, puoi scriverci: niente risposte automatiche o promesse miracolose, solo consigli concreti da chi sa com’è davvero trovarsi dall’altra parte.
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