Scegliere l’assicurazione per studiare all’estero: la guida che avrei voluto leggere prima di partire
Partire per studiare fuori significa buttarsi in un mondo nuovo, dove ogni dettaglio può diventare una complicazione—a partire dall’assicurazione. Sì, lo so: non è l’argomento più entusiasmante quando sogni Dublino, Londra, New York o chissà dove. Ma ti assicuro che sottovalutarla può davvero rovinarti l’esperienza (e il conto in banca).
Qui non troverai promesse tipo “con questa compagnia sei al sicuro al 100%” — ma solo consigli onesti, nati da chi ci è già passato, errori compresi. E sì, anche quella volta che ho dovuto pagare 180 sterline per una “piccola” visita al pronto soccorso perché non avevo letto bene la mia polizza… Mai più.
Perché serve davvero (anche se sembra solo una scocciatura)
Nel Regno Unito c’è l’NHS, in Olanda la tessera sanitaria europea, in America… beh, preparati a sentire parlare di cifre a tre zeri anche solo per una radiografia. In pratica: il sistema sanitario all’estero è spesso diverso, e non sempre copre tutto solo perché sei uno studente.
Col tempo, ho visto troppe persone (me compreso) prendersi rischi inutili, sperando di cavarsela, salvo poi pentirsi amaramente alla prima emergenza. Scegliere un’assicurazione non vuol dire essere paranoici, ma semplicemente voler evitare problemi grossi, soprattutto nei Paesi dove le regole cambiano di continuo.
Cosa guardare davvero in una polizza, senza illusioni
Lascia perdere le promesse da pubblicità. Queste sono le cose a cui, statisticamente, ci si scontra davvero:
- Medico, farmaci, visite specialistiche: Copre solo le urgenze o anche visite di controllo, ricette, medicina di base?
- Emergenze e rimpatrio: Se hai davvero bisogno di tornare in Italia in fretta (per motivi medici seri), pagano loro o lo fanno pagare a te?
- Responsabilità civile: Puoi pensare che “non mi succederà mai”, ma rompere qualcosa o ferire qualcuno per sbaglio capita. Meglio essere coperti anche in università o durante stage.
- Assistenza (magari in italiano): Avere un numero da chiamare, meglio se trovi una voce italiana, fa la differenza quando sei già nel panico.
- Durata flessibile: Se cambi idea sui tuoi piani (succede spesso), puoi estendere facilmente la copertura.
- Viaggi e bagagli: Utile se ti sposti spesso (o semplicemente hai paura di perdere la valigia con dentro la vita).
- Franchigie, esclusioni, piccoli dettagli: Scommetto che quasi nessuno legge i contratti, ma farlo ti evita sorprese (ad esempio: attività sportive escluse, medicine particolari escluse, etc...).
Quando “low cost” rischia di essere una trappola
Se trovi prezzi bassissimi, chiediti perché. A volte coprono pochissimo o hanno mille eccezioni in piccolissimo "legalese". Se non spiegano bene cosa è incluso o ti dicono “copertura totale” senza entrare nel dettaglio, alza le antenne.
Un modo semplice per orientarti? Parla con chi è già partito — nessuno ti racconterà le loro notti in bianco (o le loro crisi con l’assistenza clienti) meglio di un ex studente.
Qualche consiglio concreto da chi “c’è passato”
- Evita la scelta last minute: Scegliere con calma ti permette di confrontare e leggere bene tutto. L’ansia da valigia all’ultimo giorno non aiuta.
- Verifica se l’università o il visto richiedono requisiti particolari: Alcune università fanno convenzioni — meglio utilizzarle, ma solo se sono davvero convenienti.
- Attenzione alle “clausole nascoste”: Per sport, lavoro part-time o malattie croniche spesso servono coperture diverse. Chiedi chiaramente, non accontentarti di risposte vaghe.
- Chiedi sempre l’assistenza in italiano: Quando hai un problema, il panico in inglese peggiora tutto; meglio evitare fraintendimenti.
Un confronto “di base” per chi parte per UK, USA, Irlanda, Canada, Olanda
Non posso sapere quale sia LA compagnia giusta per tutti, perché ognuno ha storie diverse, esigenze, budget… Ma ecco i punti che hanno davvero fatto la differenza per me e tanti altri:
- Hospital & Pronto soccorso: Chiarisci proprio per quali emergenze sei coperto.
- Assistenza h24, meglio in italiano: Chiedi se c’è davvero qualcuno dall’altra parte pronto ad ascoltare, non solo una mail automatica.
- Copertura per responsabilità/terzi: Utile anche nei tirocini o in casa in affitto.
- Flessibilità sulla durata: Se resti più a lungo o torni prima, puoi adattare la polizza?
- Bagagli e viaggi vari: Non obbligatorio, ma comodo se viaggi spesso.
- Esclusioni scritte grande: Chiedi sempre di avere un quadro chiaro e se non ti convincono, lasciamo perdere.
Quando NON partire senza assicurazione
Te lo dico davvero: in certi casi partire senza è quasi una follia.
- Studi in Paesi dove la sanità è a pagamento “vero” (Stati Uniti, Canada)
- Hai condizioni mediche da monitorare (es: allergie, asma, problemi cronici)
- Fai lavori part-time o tirocini (non tutte le assicurazioni coprono incidenti sul posto di lavoro)
- Ami fare sport o attività “a rischio” (molte polizze base non coprono, ad esempio, una banale partita di calcetto!)
Il ruolo di Studey (niente supereroi, ma mani sporche di burocrazia)
Noi di Studey non vendiamo assicurazioni e non abbiamo pacchetti “pronti per tutti”. Il nostro lavoro vero è aiutarti a capire cosa ti serve, mettere a confronto le soluzioni, avvisarti se c’è qualche trappola, spingerti a leggere davvero le condizioni prima di firmare.
Se serve, ti diamo una mano anche a raccogliere tutti i documenti che servono e a tradurli, ma se ci chiedi “qual è la compagnia migliore?”, molto spesso ti risponderemo: “Dipende. Raccontaci com’è la tua situazione, e capiamo insieme cosa davvero ti serve”. Uno scambio senza promesse facili, ma con esperienze vere.
Le domande che ci fanno più spesso
1) Devo fare l’assicurazione, sì o no?
Sì, quasi sempre. In certi paesi neanche ti lasciano partire senza.
2) La TEAM (Tessera Europea) basta?
Vale solo per alcune emergenze, e solo dove c’è sanità pubblica (in America, dimenticala pure). Non copre il privato, rimpatrio, spese extra.
3) Quanto costa, in media?
Dipende dalla destinazione, da cosa vuoi coprire e da quanto tempo stai fuori. Ci sono soluzioni dai 200 ai 600 euro l’anno, ma è meglio farsi due calcoli in base al proprio caso.
4) Posso rischiare di non farla?
Puoi… ma puoi anche correre il rischio di pagare di tasca tua cifre folli o rimanere bloccato nella burocrazia senza aiuti.
Se hai un dubbio specifico, o vuoi che qualcuno ti aiuti davvero a scegliere e a capire dove casca l’asino, puoi scriverci. L’obiettivo? Fare meno errori di chi è partito prima di te (e, se serve, raccontarti anche i nostri). Niente promesse magiche, solo supporto vero, per farti partire — finalmente — tranquillo/a.
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