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Come scegliere il corso di laurea giusto all’estero

Scegliere il corso di laurea all'estero richiede un approccio pragmatico, considerando passioni personali, metodi di insegnamento e costi reali.

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Come scegliere il corso di laurea giusto all’estero (senza raccontarsela)

Scegliere il corso di laurea giusto all’estero non è cosa da poco. E non è solo una questione di “prestigio” o di quale università fa più scena su Instagram. Quando si prende questa strada, si mettono in gioco parecchie cose: non solo il futuro lavorativo, ma anche la propria serenità personale e, sì, anche il portafogli. Per questo serve un approccio concreto: niente miti da brochure, niente promesse di vita facile — bisogna ragionare, informarsi e, se serve, chiedere una mano a chi ci è già passato.


Parti da chi sei davvero

Domanda da un milione: cosa vuoi davvero da questa scelta?
E no, “voglio fare la scelta giusta” non vale come risposta!

  • Non seguire la moda o il percorso “giusto” solo perché lo fanno gli altri o la famiglia ci spera tanto.
  • Chiediti con onestà cosa ti piace studiare e che tipo di vita immagini per te dopo la laurea: restare all’estero? Tornare in Italia? Cambiare idea mille volte? Tutto ok, ma parti da qui.
  • Se hai amici già all’estero, parla con loro (e attenzione ai racconti troppo perfetti: ognuno ha il suo viaggio).

I corsi non sono (quasi) mai uguali

Qui viene il bello: puoi trovare lo stesso corso chiamato “Business Management” in dieci paesi diversi, ma dietro ci sono programmi e metodi che cambiano tantissimo.

  • Occhio ai programmi dettagliati: Qui non si tratta solo di leggere i titoli delle materie, ma di capire cosa si studia davvero. Prenditi tempo per confrontare almeno due-tre corsi simili in diverse università.
  • Stile di insegnamento: Non tutti i paesi fanno lezione allo stesso modo. Ci sono corsi dove si lavora più in gruppo, altri dove c’è tanto studio individuale. Un conto sono le “lecture frontali”, un conto i project work.
  • Durata e possibilità extra: Stage? Scambi con altre università? Possibilità di lavorare mentre studi? Tutte cose da mettere sul piatto, soprattutto se pensi a un futuro internazionale.

Studey qui torna utile: possiamo aiutarti a decifrare queste differenze, senza darti una ricetta già pronta.


Scegli anche “dove”, non solo “cosa”

Eh sì, il luogo conta più di quanto pensi:

  • Università top? Sì, ma non a tutti i costi. I ranking vanno bene per farsi un’idea, ma non raccontano tutto. Magari trovi una “piccola” università in una città a misura d’uomo, dove ti senti meno smarrito e puoi studiare davvero bene.
  • La città e il clima hanno un peso: Grande metropoli piena di stimoli? Paese tranquillo dove magari hai più tempo per socializzare? Chiediti dove vivresti meglio (e quanto costa tutto: tra vitto e trasporti certe città sono salatissime).
  • Lingua: Ok che l’inglese lo studiamo tutti, ma ogni corso ha il suo livello richiesto. Non sottovalutare l’impatto di dover scrivere saggi in una lingua che non è la tua — e verifica se esiste supporto linguistico per chi arriva dall’estero.

Documenti, costi e imprevisti: nessuno te lo dice, ma fanno la differenza

Non ci giriamo intorno: la burocrazia può essere snervante.

  • Prepara con anticipo tutto: dalla pagella tradotta agli eventuali certificati di lingua (IELTS? TOEFL? O bastano i voti del liceo?). E occhio alle deadline — non sono flessibili come in Italia.
  • Costi: le tasse universitarie cambiano tanto, ma non dimenticare tutto ciò che viene dopo. Affitto, libri, voli, assicurazione, piccolo fondo emergenze. Metti tutto in conto fin da subito — senza paura di chiedere un preventivo, anche a noi.
  • La pratica della domanda richiede tempo: scrivere il personal statement, trovare le referenze, magari anche fare un colloquio. Nessuna bacchetta magica! Ma con una guida si riduce lo stress.

Le difficoltà ci sono (e non è un problema ammetterlo)

Chi ti dice che “basta volerlo” probabilmente non ci è mai passato davvero. Studiare all’estero è anche uno degli atti più coraggiosi che puoi fare a vent’anni, ma ci sono ostacoli reali:

  • Gestire la nostalgia di casa, specie all’inizio.
  • Sentirsi fuori posto per via della lingua — ti assicuro che capita a quasi tutti, anche a chi partiva convintissimo.
  • Scontrarsi con una burocrazia nuova.
  • E se sbaglio corso? Non sei l’unico. Succede, e si può cambiare. Noi non lo nascondiamo: capita più spesso di quanto pensi, e possiamo aiutare anche in quelle situazioni.

Alternative meno “classiche”

  • Non è scritto da nessuna parte che devi per forza partire per la triennale. Molti aspettano la magistrale o fanno un corso breve prima di decidere.
  • Ci sono percorsi flessibili, come i foundation year in UK o i corsi post-laurea se hai già un titolo.
  • Se una laurea intera all’estero ti spaventa, valuta uno scambio (Erasmus, summer school…) — spesso aprono la mente senza stravolgere la vita.

Noi non giudichiamo chi sceglie una strada meno battuta, anzi: a volte proprio lì si trova la soluzione più azzeccata.


Qualche errore che abbiamo fatto tutti (e che puoi evitare)

  • Scegliere solo “il nome” dell’università e poi restare delusi dal corso vero.
  • Sopravvalutare il proprio livello di inglese (magari va benissimo a scuola, ma discutere di sociologia alle 8 di mattina è un altro film).
  • Pensare che il processo sia semplice, quando invece un po’ di fatica la richiede sempre.

Se vuoi sentire dritte da chi ci è già passato, sentiamoci: non abbiamo la palla di vetro, ma tante storie vere sì.


Le domande che ci tornano spesso (FAQ vera, non da manuale)

Da dove parto?
Dalle domande scomode: “Cosa mi piace davvero? Cosa sono disposto a studiare per anni?”. Poi analizza i corsi, non solo le università.

Il titolo vale anche in Italia?
Dipende. Lì c’è burocrazia vera: ogni stato e settore hanno regole diverse. Se vuoi certezze, possiamo aiutarti a verificare.

Contano più i ranking o gli stage?
Dipende dal settore e dal tipo di lavoro che cerchi dopo. A volte è meglio un’università pratica e ben collegata con le aziende, altre conta il nome (ma meno di quanto si creda).

E se fallisco l’application?
Può succedere, non sei meno di nessuno per questo. Studey nasce proprio perché lo sappiamo bene: siamo qui anche quando la prima risposta è “no”.


Ultima cosa (che spesso nessuno dice):
Non devi avere paura di sbagliare. Studiare all’estero è pieno di incognite, ma con una preparazione pratica e le giuste dritte puoi affrontarle senza buttare via soldi o tempo. E non sei mai solo: noi ci siamo, ex studenti prima ancora che advisor, per aiutarti a scegliere sul serio (senza filtri né scorciatoie).

Se vuoi parlarne con qualcuno che davvero ha attraversato le stesse domande, basta chiedere. Nessuna “vendita forzata”, solo consigli che avremmo voluto anche noi.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.