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Come prepararsi per il colloquio universitario in inglese

Prepararsi per un colloquio universitario in inglese richiede pratica e motivazione. Scopri come affrontare l'ansia e mostrarti autentico.

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Prepararsi per il colloquio universitario in inglese: consigli veri, senza filtri

Se ti hanno chiamato per un colloquio in inglese con una università straniera – UK, Irlanda, Stati Uniti, Canada, Australia, dove vuoi tu – sappi che non sei solo. Quando ci siamo passati anche noi, l’ansia era alle stelle: “E se non capisco la domanda?”, “Se mi blocco? Se faccio brutta figura con il mio inglese ‘masticato’?”. Spoiler: la paura non passa mai del tutto, ma si può affrontare decisamente meglio se sai cosa aspettarti, senza scene epiche né promesse miracolose.

Cosa succede veramente durante il colloquio

Dimentica l’idea del “test d’inglese”. Il colloquio in realtà serve per conoscerti davvero. In pratica, chi hai davanti vuole capire tre cose:

  • Quanto sai davvero parlare inglese: non devi essere Shakespeare, ma saper comunicare (anche se non perfettamente!) ti fa guadagnare punti.
  • Quanto ci tieni: mostrarsi informati sulla facoltà, sul corso, su cosa vuoi fare non è “da secchioni”, è indice di motivazione.
  • Se sei adatto/a a quel percorso per entusiasmo, background, modo di ragionare.

Poi, ovviamente fanno domande anche sulle tue esperienze, progetti scolastici, magari ti chiedono come gestiresti una difficoltà. E sì, spesso qualcuno in commissione sembra serissimo, ma la maggior parte cerca solo di capire con chi avranno a che fare nei prossimi anni.

Come si prepara DAVVERO un colloquio in inglese

Qui non giro intorno: il colloquio non si “ripassa” come un’interrogazione, né si improvvisa. Ecco le cose che aiutano davvero (tanto meglio provarle sulla propria pelle):

1. Allenati a parlare, non solo a scrivere

Può sembrare banale, ma tantissimi si preparano solo scrivendo risposte modello. Ripetere ad alta voce invece sblocca la lingua nel vero senso della parola. Fatti domande e risponditi in camera, con un amico, con il tuo cane, con chiunque.

2. Informati, ma davvero, su quello che hai scelto

Non per finta. Guarda il sito della facoltà, cerca chi sono i professori, che materie “strane” ci sono, se hanno laboratori extra, summer school, insomma quello che ti attira. Se te lo chiedono e rispondi “boh, perché sì”, si nota.

3. Simula la situazione

Fatti aiutare da qualcuno che parli bene inglese (madrelingua, amici, tutor, chi vuoi). Se non hai questa fortuna, ci siamo anche noi: chi passa da Studey può prenotare simulazioni vere, con domande scomode e feedback pratici.

4. Porta esempi tuoi, veri

Non c’è bisogno di inventarsi scoperte scientifiche o drammi pazzeschi. Un piccolo fallimento, un progetto andato storto, un lavoro di gruppo difficile: queste sono le storie che fanno capire chi sei. E ti aiutano anche se ti blocchi: basta raccontare esperienza personale, non una poesia imparata.

5. Se è online, preparati in anticipo

Prova microfono, camera, connessione. Sembra scemo, ma perdere minuti per un problema tecnico rischia di agitarti ancora di più.

Errori che abbiamo visto mille volte (e fatto anche noi)

  • Robotismo da risposte memorizzate: non funziona mai, ti blocchi subito se cambiano una parola.
  • Dimenticarsi di sorridere, annuire, essere “umani”: non serve fingere sicurezza assoluta, ma mostrarsi presenti aiuta.
  • Dare risposte vaghe sul perché hai scelto proprio quel corso (se non lo sai tu, come fai a convincere loro?)
  • Ignorare le proprie difficoltà (se lo sai che l’accento ti tradisce, lavoraci prima, zero vergogna!)

Ogni paese/ateneo è diverso

Non aspettare la perfezione stile intervista da film americano. In UK e Irlanda spesso i colloqui sono più strutturati (specie se vuoi Medicina, Ingegneria, Business). Negli Stati Uniti spesso fanno parte di un processo più ampio, mescolato a essay, test, attività extracurriculari. In Canada e Australia puntano parecchio sulle soft skills e sulla voglia di integrarti. Leggi sempre le informazioni dell’università, chiedi in giro, domande banali non esistono.

Domande pratiche che ci fate spesso

Devo fare il colloquio in inglese anche se poi le lezioni sono in italiano?
Capita più spesso di quanto pensi, sì. Ogni università ragiona a modo suo, quindi sempre meglio informarsi e, in caso di dubbio, prepararsi.

Se sbaglio una risposta?
A tutti è capitato. Quello che guardano spesso non è la perfezione, ma la reazione, la voglia di recuperare e andare avanti senza abbattersi.

E se mi blocco per l’ansia?
Più normale di quanto credi. Le simulazioni aiutano tanto; anche farsi domande da soli ad alta voce. Nessuno si aspetta un discorso da TedX.

Quanto dura il colloquio?
Dipende, ma spesso dai 15 ai 30 minuti. A volte sembra più uno scambio informale che un esame vero e proprio.

In sintesi

Non c’è nessuna formula magica, nessun trucco segreto. Prepararsi va oltre le risposte perfette: significa conoscersi meglio, farsi trovare pronti senza perdere se stessi per strada. Se hai domande specifiche, vuoi fare una simulazione, o semplicemente qualcuno con cui sfogarti che c’è passato, noi ci siamo — davvero, non solo a parole. Scrivici senza stress, nessun giudizio. Alla fine il percorso è tuo, ma averci accanto può farlo sembrare meno impossibile.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.