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Come ottenere una lettera di referenza per università estere

Scopri l'importanza della lettera di referenza per le università estere e come richiederla in modo efficace senza rischiare errori comuni.

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Lettera di referenza per università estere: una guida senza giri di parole

Se stai pensando di studiare fuori dall’Italia, ti sarai già imbattuto nel tema “lettera di referenza”. Ed è normale che ti venga subito qualche domanda tipo: “Ma che serve davvero?”, “Chi la deve scrivere?”, o il più classico “Oddio, e se nessun prof mi conosce abbastanza?”. Qui trovi tutte le risposte… senza nulla di nascosto tra le righe.


Cos’è (davvero) una lettera di referenza, e perché conta così tanto

In sostanza: è una lettera che una persona – di solito un docente, ma anche un tutor o un responsabile – scrive su di te per raccontare alle università chi sei, al di là di voti ed esami. Le università estere la usano per capire che tipo di studente sei nella vita reale: ti impegni davvero? Hai passione per ciò che studi? Sai stare in gruppo? Non cercano il supereroe, ma qualcuno di autentico. Sottovalutare questa lettera è un errore abbastanza comune… e abbastanza rischioso.


Chi può scrivere la lettera: scegliere la persona giusta

Non c’è una regola fissa, ma il buon senso aiuta. Ecco a chi puoi chiedere (e a chi magari meglio di no):

  • Un professore che ti conosce davvero: Se ti ha avuto in classe o durante un progetto, può parlare di te “per nome e cognome”, non in modo vago.
  • Un tutor o responsabile di alternanza, stage, attività extra: Qualcuno che ti ha visto al lavoro sotto stress, o in team.
  • Un datore di lavoro (anche part-time): Ok se quello che fai è collegato, almeno in parte, con il percorso che vuoi intraprendere.

Fossi in te eviteri il “cugino di”, l’amico di famiglia o qualcuno che ti saluta appena nei corridoi: le università percepiscono subito le lettere troppo generiche o scritte “tanto per”.


Come chiedere la referenza (senza sembrare invadente né disperato)

Qui la tattica non è mendicare, ma neanche fare tutto in dieci minuti. Ecco come si fa — esperienza personale (e qualche errore) inclusa:

  • Giocati d’anticipo: Avvisa il docente almeno un mese prima. Così avrà tempo di scriverla (e tu non ti becchi l’ansia da “last minute”).
  • Spiega cos’hai in ballo: Scrivi due righe chiare su quale università o corso stai puntando, e perché ci tieni.
  • Aiuta chi ti scrive: Non è una pretesa! Passa il tuo CV, il personal statement, i risultati chiave, o anche una lista di progetti che pensi siano rilevanti.
  • Resta disponibile: Ogni tanto rispondi a eventuali domande, o dai una mano con info pratiche (scadenze, formato richiesto, ecc.).
  • Ringrazia, anche dopo: Sembra banale, ma spesso ci si dimentica. Un “grazie” sincero non fa mai male.

Cosa ci deve stare dentro una lettera di referenza efficace

Questa domanda la fanno in molti: cosa si aspettano davvero le università? Non c’è una formula magica, ma in generale la lettera dovrebbe dire:

  • Chi è che la scrive (e con quali competenze ti conosce).
  • Cosa hai fatto (situazioni concrete o esempi reali, non frasi fatte del tipo “studente brillante”).
  • Come ti relazioni con gli altri (lavori di gruppo, leadership, se ci sono episodi particolari).
  • Un’opinione finale senza esagerare troppo (“Lo consiglio caldamente perché ha dimostrato X, Y, Z”).

Meglio evitare le due paginette piene di frasi pompose. In UK e Irlanda si tende alla sintesi, negli USA spesso chiedono anche più referenze ma abbastanza brevi.


Gli errori da non commettere (ci siamo passati anche noi)

Sì, sono errori “classici”, ma sono quelli che creano più grattacapi:

  • Chiedere tutto all’ultimo minuto: rischio di ricevere una lettera frettolosa oppure nulla.
  • Scegliere la persona “più famosa” e meno vicina (il prof “stellare” ma che nemmeno si ricorda il tuo nome).
  • Non spiegare bene il perché della lettera, lasciando il docente nel vago.
  • Copiare incolla delle referenze (le università se ne accorgono, e spesso lo specificano chiaramente tra i requisiti).

Non tutte le università sono uguali: attenzione ai dettagli

Ogni Paese (e ogni università) ha le sue regole:

  • UK & Irlanda: Lettera spesso inserita direttamente nella domanda online (tipo UCAS). Dev’essere abbastanza sintetica e concreta.
  • USA & Canada: Di solito due o tre lettere, spesso richieste anche per le borse di studio. In alcuni casi ammettono referenze “extra” (extra curricula, sport, volontariato).
  • Olanda, Australia, altri Paesi: Accettano anche referenze da contesti lavorativi. Attenzione: a volte le vogliono in inglese, a volte no.

Non dare mai per scontato che “una referenza vale per tutti”: controlla sempre i dettagli richiesti, anche quelli apparentemente banali (formato, lingua, persona di riferimento, ecc.).


Se non sai a chi chiedere o il tuo inglese non è top

Capita più spesso di quanto sembra: magari nessun professore ti conosce abbastanza, o chi ti conosce si sente poco sicuro a scrivere in inglese. In questo caso puoi:

  • Parlare con un altro docente con cui hai almeno un rapporto decente e partire da lì;
  • Scrivere un “brief” in italiano (con i punti chiave da toccare) e offrirti di aiutare con una bozza, magari da far revisionare sulla lingua;
  • Chiedere aiuto a chi ha già vissuto la trafila (es. noi, non per vendere, ma perché veramente ci siamo passati personalmente).

Essere in difficoltà qui NON è un disonore. Fai sapere che stai cercando la soluzione più onesta per rappresentare chi sei davvero.


Una storia vera: come Marco ha sbloccato la sua lettera

Ricordiamo tutti Marco, che doveva partire per un master in UK. Pensava bastasse chiedere “una referenza qualsiasi”, ha scritto al primo prof disponibile senza aggiungere dettagli… e si è ritrovato con una lettera impersonale, piena di luoghi comuni. A quel punto l’ansia era alle stelle. Abbiamo lavorato insieme su un piccolo “manuale” per il suo nuovo referente: elenco dei punti di forza, esempi pratici di progetto, qualche parola chiave da evidenziare (sempre con onestà, senza inventarsi nulla!). Il risultato? Una lettera decisamente più sentita e utile, che ha fatto la differenza nella sua application.


In sintesi: cosa portarsi a casa

  • Chi ti scrive la lettera conta, ma conta ancora di più il come la richiedi.
  • Anticipa sempre i tempi (le università non aspettano nessuno).
  • Dai un aiuto pratico a chi scrive la lettera su di te.
  • Se ti senti spaesato, cerca un confronto: chi ci è passato prima, spesso conosce trucchi (o errori) che non trovi su Google.
  • E soprattutto… niente panico: le referenze possono spaventare, ma quasi tutti si trovano ad affrontare almeno un intoppo.

Se hai ancora dubbi, ci sta! Anche noi abbiamo fatto mille domande alla prima referenza. Se vuoi parlarne o capire come muoverti, puoi scriverci – anche solo per raccontare che in questo momento non sai proprio da dove partire. Nessuno qui ti giudica, promesso.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.