Come ottenere una borsa di studio se la tua situazione economica non è facile
Parliamoci chiaro: decidere di studiare all’estero quando le risorse in famiglia sono poche può sembrare un’impresa quasi impossibile. Dall’Italia, la schiacciante paura di “non farcela con i soldi” è una delle cose che sentiamo più spesso. La buona notizia è che — anche se a volte sembra un percorso a ostacoli infinito — esistono davvero delle strade, borse di studio comprese, che possono aiutarti a rendere il tuo progetto molto più leggero (almeno dal punto di vista economico).
Non aspettarti bacchette magiche, però: ogni percorso è diverso, ci vuole tempo, e serve un po’ di pazienza. Qui sotto ti raccontiamo — senza giri di parole — da dove partire, cosa aspettarti e a cosa fare attenzione.
Le borse di studio: quali tipi esistono davvero
Le borse non sono tutte uguali, né pioveranno dal cielo: bisogna cercarle, spesso fare domande diverse a enti diversi, e incastrare un po’ di cose. Te ne segnalo alcune:
- Borse “statali”: Quelle offerte dai governi dei paesi di destinazione (tipo le Erasmus+ per l’Europa, o alcune regionali in UK per studenti EU).
- Borse “universitarie”: Spesso legate proprio all’università dove ti scrivi; alcune danno qualcosa a chi ha ottimi voti, altre sono pensate solo per chi prova che le finanze in famiglia sono basse.
- Borse da fondazioni e privati: Ce ne sono di ogni tipo, alcune sono legate alla tua regione di provenienza, altre alle tue passioni (sport, arte, volontariato…).
Serve andare a caccia (e sì, ogni tanto crollare sul computer dopo la centesima domanda fa parte del gioco).
Cosa (probabilmente) ti chiedono
Non giriamoci intorno: ti verrà chiesto di dimostrare che davvero ne hai bisogno. Di solito serve:
- Un po’ di pagella — quindi il merito conta, spesso ma non sempre.
- Documenti sul reddito familiare, tipo ISEE, oppure la dichiarazione dei tuoi genitori (se vai nel Regno Unito funziona tutto un po’ diversamente, ma il concetto è simile).
- Lettere motivazionali (spesso odiatissime, e se non sai da dove partire, ti diamo una mano volentieri!).
- Requisiti di cittadinanza, che variano da borsa a borsa.
Non scoraggiarti se ti sembrano richieste infinite: è un gioco di pazienza, ma se la posta in palio è alta, ne vale la pena.
A chi va la borsa? (Spoiler: nemmeno le commissioni lo sanno sempre)
Tante borse sono “miste”: quasi sempre verificano insieme i tuoi risultati a scuola/università e la tua situazione economica. Ma si può vincere anche solo per bisogno reale, oppure solo per merito. Attenzione: nessuno, nemmeno noi, può garantirti la vittoria — sono domande a cui rispondono davvero tanti studenti e la selezione può cambiare ogni anno. Prendilo come un tentativo importante, ma non l’unico (magari, ne provi più di una).
Il lato pratico: come si fa, davvero
C’è una strada fatta di piccoli passi, e spesso inciampi:
- Scegli cosa vuoi davvero fare. Suona banale, ma una borsa va cercata per percorsi specifici: triennale? Master? Estate? In quale Paese?
- Fai la tua “lista borse”: Dividi tra quelle “probabili” (vicine a quello che fai) e quelle “più improbabili, ma tentare non costa”.
- Occhio alle scadenze. Lo so, ne avrai mille, ma qui basta perdersi una data per perdere tutto. Fai un calendario, la tua agenda non basta: metti sveglie, promemoria, tutto quello che ti aiuta.
- Metti in ordine i documenti: Non aspettare l’ultimo giorno per chiedere i documenti a scuola, o la dichiarazione ISEE ai tuoi. Spesso quelli che scivolano sono proprio i fogli “burocratici”.
- Non avere paura di chiedere aiuto: Alcune domande sono scritte male (sì, succede anche questo). Se non ci capisci niente, meglio una mail in più che una domanda non completata.
Gli errori più comuni (li abbiamo fatti anche noi)
- Pensare di avere troppo tempo. Le scadenze arrivano all’improvviso, sempre.
- Mancare di precisione nei documenti. Un file sbagliato può farti fuori. Ricontrolla.
- Farsi bloccare dalla paura. Lascia perdere chi dice “tanto non serve a niente”: prova!
- Non leggere bene le istruzioni. Lo so, sono lunghe e noiose, ma spesso lì c’è la chiave.
Una storia vera (che non è “tutto bellissimo”, ma reale)
Chiara, 20 anni, Abruzzo. Famiglia mono-reddito, padre in cassa integrazione. Voleva andare a studiare in UK, ma il costo la bloccava. Abbiamo lavorato insieme sulle application per le borse universitarie, lei non era la più “brava in classe”, anzi, ma ha raccontato bene la sua storia nella lettera motivazionale e si è presa la briga di scoprire (e chiedere, anche senza sentire risposte immediate) a dieci università diverse. Alla fine, una le ha offerto una “fee waiver” totale sulle tasse. Non è stato facile — ha avuto anche dei no, e tanta ansia di non farcela — ma si è inventata la sua strada. Queste cose capitano davvero, a chi non si stufa troppo presto.
Se ti senti perso/a (ci sta)
Scontrarsi contro tutto questo non significa che tu “non sei capace”, o che le borse siano una truffa. È normale avere crisi, e mollare ogni tanto. Noi di Studey non promettiamo che “si vince sicuro”, ma ci siamo: anche solo per leggere una lettera, controllare un documento, farti vedere che una mail di rifiuto non vuol dire la fine. Se vuoi sentirti meno solo, scrivici — anche solo per capire se la tua domanda ha davvero senso.
Non sono strade facili, ma neanche impossibili. E se inciampi, benvenuto/a nel club: tanto, nessuno (inclusi noi) le ha vinte tutte al primo colpo.
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