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Come ottenere una borsa di studio per PhD in Irlanda

Ottenere una borsa di studio per un PhD in Irlanda richiede impegno e preparazione, ma con la giusta guida, è possibile affrontare il percorso con successo.

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Come ottenere una borsa di studio per PhD in Irlanda: la guida che avrei voluto leggere

Quando immagini l’Irlanda, magari pensi ai paesaggi verdi, ai pub di Dublino o alle leggende celtiche… ma se stai pensando a un PhD, probabilmente hai già la testa piena di domande molto più concrete. Sì, studiare lì può essere una gran bella esperienza. Ma come si fa davvero, tra burocrazia, domande impossibili e quella vocina che ti chiede “ce la farò a trovare i soldi?”

Parliamo chiaro: ottenere una borsa di studio in Irlanda non è una passeggiata e non c’è una ricetta segreta. Però alcune dritte, nate dall’esperienza vera di chi ci è passato, possono aiutare parecchio.


Prima cosa: che cos’è davvero una borsa di studio per PhD?

In pratica, si tratta di un aiuto economico – a volte copre solo le tasse universitarie, altre anche la vita quotidiana – che ti permette di concentrarti sulla ricerca senza vivere male (o almeno senza troppo panico da bollette). In Irlanda queste borse esistono, ma le tipologie e le regole cambiano tanto: ogni università, ogni corso e ogni ente finanziatore fa un po’ a modo suo.


Da dove partire?

  1. Trova l’università giusta per te
    Non tutte le università irlandesi sono uguali (e nessuna è perfetta per tutti), quindi fatti guidare più dai tuoi interessi che dalle classifiche. Alcuni nomi famosi sono University College Dublin, Trinity College (a Dublino) e University College Cork, ma ci sono tante realtà valide. Guarda i progetti di ricerca attivi, le persone che potrebbero diventare i tuoi supervisori e – sì, anche – se propongono finanziamenti legati al tuo ambito.
  2. Controlla i requisiti (davvero)
    Quasi sempre serve almeno un master, ma alcune volte basta una laurea triennale con voti molto alti. L’inglese? Necessario, ma non devi parlarlo come Shakespeare: spesso chiedono IELTS o TOEFL. Occhio, però: ogni università fa storia a sé, quindi leggi bene le richieste. Se un punto non ti è chiaro… scrivi, chiama, chiedi! Nessuno si offende.
  3. Scova chi finanzia
    Ecco un po’ di nomi da segnarsi:
    • Irish Research Council: il riferimento nazionale per le borse di ricerca. Ogni anno bandisce opportunità, spesso molto competitive.
    • Enterprise Ireland: più orientato alla ricerca applicata e collaborazioni con aziende.
    • Singole università: molte hanno bandi interni, spesso legati a specifici progetti del dipartimento.
    • Partner industriali o europei: certe borse nascono grazie a collaborazioni con aziende o tramite fondi europei come Horizon.
    Leggi sempre i dettagli: alcune borse prevedono già un progetto prestabilito, altre ti chiedono di presentare la tua idea.
  4. La preparazione della candidatura: sudore, domande, revisioni
    E qui si gioca sul serio. Le cose principali:
    • Un progetto di ricerca dettagliato: Non serve un premio Nobel, ma dev’essere chiaro, ben scritto e centrato con le linee di ricerca dell’università.
    • Lettera di motivazione: spiega chi sei, che vuoi fare, perché proprio lì… e cosa porti tu alla comunità accademica.
    • Supervisore: spesso serve sentirlo, magari farsi conoscere prima di mandare la candidatura ufficiale. Anche qui: niente vergogne! Tante collaborazioni sono nate da una semplice email.
    • Documenti accademici, cv e referenze: da chiedere (con largo anticipo!) a chi ti ha seguito durante il percorso.
  5. Scadenze e invio
    Sembra banale, ma… non lo è. In Irlanda ogni borsa ha le sue tempistiche e spesso anticipano: abituati a lavorare a ritmi un po’ “inglesi”, a settembre potresti già dover avere la pratica pronta per l’anno successivo. Attenzione anche agli upload online: certi portali rifiutano documenti all’ultimo minuto (non sto scherzando).

Cosa aspettarsi: errori, ansie e… forno acceso

  • La concorrenza è alta. Inutile girarci attorno: otto candidati su dieci non ce la fanno al primo colpo. Non significa che sei scarso, né che “non era destino”. Se non passi, puoi riprovarci (e molti ci sono riusciti così).
  • Inglese non perfetto e burocrazia scoraggiante? Non mollare. Tutti partono da una zona di disagio: dall’ansia del colloquio Zoom, al panico davanti alla domanda sul “research impact”.
  • Solitudine: Capita, specialmente nei primi mesi. Qui la community fa la differenza: trova italiani già lì, partecipa a gruppi online e cerca di uscire dalla stanzetta almeno una volta a settimana (la differenza si sente).

Due storie per non sentirti solo

  • Martina non sapeva nemmeno se il suo inglese arrivasse a livello “basilare”, e ora lavora in un laboratorio a Galway. Ha mandato email a quattro potenziali supervisori prima che uno rispondesse. Ci ha messo due mesi a scrivere il suo progetto di ricerca e altre due settimane di panico ad aspettare risposta… ma ce l’ha fatta.
  • Giovanni, invece, ha ricevuto un no la prima volta. Si è rimesso in gioco, ha sistemato il piano di ricerca con il supporto di un professore e alla seconda candidatura ha vinto una borsa tramite l’Irish Research Council.

Domande classiche (che anche noi ci siamo fatti)

  • Quando inizio tutto questo?
    Meglio tardi che mai, ma con sei-dodici mesi di anticipo sei messo bene. Se sei in dubbio, parti subito a informarti.
  • Devo essere un genio per ottenere una borsa?
    No, ma serve serietà nel progetto, motivazione e la forza di fare domande quando non capisci qualcosa.
  • Vivere con la borsa: si sopravvive davvero?
    Dipende dal tipo. Alcune coprono solo le tasse, altre aggiungono un contributo mensile. Vivi modestamente, ma si può fare. Si impara anche a gestire budget e priorità (ecco, questo sì che lo insegnano sul campo).
  • E se nessuno mi risponde?
    Continua a tentare: a volte è solo questione di tempismo o di trovare la persona giusta.

In sintesi: armati di pazienza, sii curioso, non aspettarti tutto perfetto

Ottenere una borsa di studio per un PhD in Irlanda è un percorso reale, pieno di ostacoli quanto di soddisfazioni. Nessuno ti regala niente, è vero, ma le possibilità ci sono – e ogni situazione è diversa. Se hai dubbi personali, domande strane o vuoi solo un confronto, la community Studey c’è davvero, senza promesse magiche né risposte “da brochure”. Scrivici quando vuoi: magari non avremo la soluzione a tutto, ma ascoltiamo davvero. E no, non sei l’unico a partire con mille paure.

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