Come ottenere una borsa di studio per un bachelor negli USA – una guida senza filtri
Sognare gli Stati Uniti per l’università è abbastanza comune, ma quando si mette mano al portafoglio spesso arriva la doccia fredda: i costi sono alti e il rischio di perdersi nella burocrazia è vero. Le borse di studio possono fare la differenza, ma “ottenere una borsa” non è una storia dalle mille promesse – richiede lavoro, orari, inciampi e molta consapevolezza. Qui cerco di raccontarti il percorso come lo racconterei al bar a un amico: cose da sapere, errori da evitare, miti da sfatare e qualche consiglio pratico imparato sulla pelle mia e di tanti studenti che ci sono già passati.
Prima domanda: perché dovresti provarci davvero?
Negli USA ci sono tante borse di studio, alcune più accessibili agli internazionali, altre no. La vera notizia è che non tutte sono “miracoli”: spesso coprono solo una parte dei costi, oppure richiedono profili con voti altissimi, attività extra o talento sportivo fuori dal comune. Vale la pena provarci sì, ma tenendo sempre i piedi per terra.
Che tipi di borsa di studio esistono per studenti italiani?
Te li dico senza fronzoli, così puoi già farti un’idea:
- Merit-based: ti premiano se hai buoni voti, ottimi risultati nei test (tipo SAT o ACT), e un curriculum extra scolastico tosto. Non basta essere “bravi a scuola”: conta anche cosa fai fuori.
- Need-based: borse basate sul reddito famigliare. Molte università americane le danno soprattutto ad americani, ma da qualche parte c’è possibilità anche per gli internazionali (con mille documenti da dimostrare… ma nulla di impossibile).
- Athletic: se sei uno sportivo di livello agonistico, ci sono borse legate a certi sport (ma qui si gioca duro e la competizione è altissima).
- Departmental: offerte dai singoli dipartimenti, legate a progetti specifici o a talenti particolari (arte, scienze, informatica…), spesso sono poco pubblicizzate.
Da dove si parte DAVVERO?
- Ricerca e informazione: fai una lista di università, ma non solo quelle “da film”. Tante scuole meno famose offrono borse anche migliori per internazionali. Vai sui siti ufficiali – non fidarti solo dei blog.
- Preparati con largo anticipo: alcune scadenze arrivano un anno prima dell’inizio delle lezioni. Se ti muovi tardi, purtroppo c’è poco margine.
- Sistema i documenti: ti servirà un curriculum, lettere di raccomandazione (meglio se non sono “copia/incolla”), risultati di test d’inglese (IELTS, TOEFL) e degli eventuali SAT/ACT. E il personal statement, dove devi essere te stesso (non ciò che pensi vogliano leggere).
- Scheda backup: punta a più università, diversifica (non tutte daranno la borsa, alcune potrebbero offrirne soltanto una parziale).
- Chiedi aiuto: Non è un percorso da fare per forza da soli. Studey nasce proprio da chi ci è passato, quindi sì, una chiacchierata in più non fa male. Ti aiutiamo a non fare errori banali, tipo mandare la domanda sbagliata o dimenticare una scadenza.
Quali sono le difficoltà reali che spesso si sottovalutano?
- La burocrazia è un percorso a ostacoli: tempi lunghissimi, richieste strane, moduli che cambiano ogni anno. Non avere paura di chiedere chiarimenti alle università.
- Non tutte le borse sono “tutto compreso”: spesso coprono solo le tasse universitarie. Vitto, alloggio, assicurazione sanitaria, libri e spese varie? Quasi sempre sono extra. Bisogna mettere in conto una cifra di emergenza.
- La competizione è feroce: studenti da tutto il mondo, ognuno con la sua storia. Per questo la candidatura deve essere sincera e personale: poco spazio per le “supercazzole”.
- L’inglese conta di più di quanto pensi: i test per la lingua sono richiesti ovunque, e non basta cavarsela in classe – serve dimostrare “ufficialmente” di essere pronti.
Errori che ho visto (e vissuto) più spesso
- Mandare richieste “prefabbricate” a tutte le università, senza personalizzare personal statement o motivazione. Si vede lontano un miglio.
- Fidarsi dei “sentito dire” e non dei portali ufficiali: ogni università ha regole diverse, informati bene direttamente.
- Sottovalutare le certificazioni: a volte serve IELTS, altre TOEFL, altre il SAT – diversifica la preparazione.
- Non avere mai un piano B (non solo Università, ma anche finanziamenti e borse “minori”).
- Fare tutto l’ultimo mese, a caccia di miracoli.
Qualche consiglio che avrei voluto leggere anni fa
- Inizia a cercare opzioni almeno 12 mesi prima di partire: tra burocrazia, esami, traduzioni ci vuole tempo.
- Calcola i costi “nascosti”, sempre. Chiedi sempre cosa è incluso (e cosa no) nella borsa.
- Se hai dubbi, chiedili subito agli uffici internazionali della scuola: nessuna domanda è banale, promesso.
- Se vuoi un occhio esterno sincero sulla tua candidatura, fatti aiutare da chi conosce davvero il percorso (advisor, ex-studenti, Studey stesso se vuoi).
- Scegli sempre pensando a TE – non alle mode e non a quello che “suona figo” a cena con i parenti.
In definitiva: candidarsi per una borsa negli USA è una maratona, non uno sprint. Nessuno ha la bacchetta magica, nemmeno noi, però possiamo farti evitare molti errori che costano cari in termini di tempo e anche di soldi. Se vuoi capire come muovere i primi passi, chiedere un confronto o semplicemente condividere dubbi che ti tengono sveglio la notte, qui trovi ex studenti come te pronti ad aiutare.
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