Come ottenere una borsa di studio Erasmus+ per studenti italiani
Partire per un periodo di studio all’estero con il programma Erasmus+ può sembrare la soluzione ideale per dare una svolta alla tua esperienza universitaria. Ma fermiamoci un attimo: non c’è niente di magico o scontato in questo percorso. È un’opportunità grande, sì, ma ci sono parecchi ostacoli da affrontare e qualche delusione con cui fare i conti. Qui provo a raccontarti cosa c’è davvero dietro una candidatura Erasmus+ — senza filtri e con qualche consiglio pratico che avrei voluto ricevere a mia volta.
Erasmus+: di cosa parliamo davvero?
Erasmus+ è il programma europeo che permette agli studenti universitari di trascorrere da qualche mese a un anno in un altro Paese europeo (escluso il Regno Unito dopo Brexit), ricevendo un contributo economico. Dimentica l’idea di una borsa “all inclusive”: la cifra serve ad alleggerire le tue spese, ma la differenza dovrai mettercela tu, sia in termini di soldi sia di energia.
Vale la pena provarci? Secondo me sì, se hai voglia di metterti in gioco davvero: vivere da solo all’estero, parlare tutti i giorni una lingua che magari non padroneggi ancora, affrontare la burocrazia e ricominciare da zero con amicizie e routine.
Requisiti indispensabili (e qualche dettaglio spesso ignorato)
I criteri principali per candidarsi a una borsa Erasmus+ partono da qui:
- Devi essere iscritto a un’università italiana riconosciuta.
- In genere puoi fare domanda dal secondo anno in poi, non prima.
- Non puoi sommare più di 12 mesi di Erasmus per ciclo di studi (triennale, magistrale, dottorato).
- Serve una conoscenza della lingua del Paese di destinazione almeno decente: il B1 o il B2 è spesso richiesto, ma ogni università può fissare regole diverse.
- Devi concordare un piano di studi (Learning Agreement) con la tua università e quella ospitante. Niente piani “improvvisati” — rischi di non vederti riconosciuti gli esami.
In ogni caso, ogni ateneo ha dettagli e scadenze proprie, quindi la primissima cosa da fare è parlare con l’ufficio relazioni internazionali. E, lo dico subito: la burocrazia non va presa sottogamba.
Come funziona la candidatura (passo per passo, senza mitologie)
- Informati sul bando: Ogni università pubblica il proprio bando Erasmus+, di solito una volta all’anno, con date e criteri rigidissimi.
- Prepara i documenti: Ti serviranno il modulo di candidatura, il piano di studi all’estero, i certificati di lingua, magari anche la tua pagella universitaria. Tanti documenti, da preparare con attenzione.
- Invia domanda nei tempi giusti: Arrivare tardi anche solo di un giorno significa perdere il treno, senza eccezioni.
- Aspetta la selezione: In base ai posti disponibili e ai tuoi voti, motivazione, lingua ecc. Occhio: alcuni atenei hanno liste d’attesa che si smuovono fino all’ultimo minuto.
- Stendi il Learning Agreement: Ponilo nero su bianco, con tutte le firme necessarie. Può sembrare una formalità, invece è il tuo salvagente per il riconoscimento degli esami.
- Prepara la partenza: Dal visto (se richiesto) all’assicurazione, dalla ricerca dell’alloggio alla stima preventiva delle spese reali. Non rimandare tutto agli ultimi giorni.
A quanto ammonta, davvero, la borsa Erasmus+?
Dipende dalla meta e dalla durata. In linea generale:
- Le destinazioni “del Nord” ricevono un contributo più alto (visto il costo della vita).
- La borsa serve a coprire in parte viaggio, affitto, cibo e trasporti.
Sii sincero con te stesso: spesso servono comunque fondi extra. Non conviene partire contando solo sulla borsa e lo dico senza mezzi termini; tra affitti alti, voli, cauzioni, imprevisti, potresti spendere molto più di quanto immagini. Se vuoi un’idea realistica del budget, cerca testimonianze di chi ci è già stato o chiedi a Studey: siamo qui anche per spiegarti chiaramente pro e contro (e se non sappiamo qualcosa, non abbiamo problemi a dirtelo).
Gli ostacoli veri: non solo carte e scadenze
Erasmus+ ha mille aspetti entusiasmanti, ma anche delle fatiche da non ignorare:
- Esami non riconosciuti: se il Learning Agreement viene bocciato o i corsi all’estero cambiano all’ultimo, rischi di dover rifare esami una volta tornato in Italia.
- Affrontare la burocrazia (x2): parlerai con almeno due segreterie accademiche, in due lingue diverse, e spesso non perfettamente sincronizzate tra loro.
- Lingua e adattamento: può essere dura seguire le lezioni, integrarsi o solo chiedere informazioni.
- Costi sottovalutati: tra capanne e grandi città europee la differenza è netta. Attenzione anche a cauzioni e servizi extra che non avevi previsto.
Non voglio spaventarti, ma sono cose che vanno dette prima di partire, non dopo.
Consigli di chi ce l’ha fatta (o ha sbagliato tutto e poi imparato)
- Inizia con largo anticipo: alcune università chiedono i documenti 8-10 mesi prima della partenza.
- Quando scegli la meta, vai oltre le “destinazioni moda”: guarda i corsi, la lingua, il supporto e il rapporto studenti/professori.
- Parla con chi ci è già passato, chiedi di tutto (anche delle cose imbarazzanti…), fatti dire la verità. È la risorsa che pesa più di ogni bando ufficiale.
- Costruisci un piano B: se non ottieni subito la borsa o la meta, considera percorsi simili (altri scambi, tirocini, summer school).
- Se vuoi, puoi chiedere supporto a Studey per la revisione dei documenti o solo per avere un confronto onesto: non facciamo magie, ma ci sbattiamo per aiutarti a non fare errori banali.
E se Erasmus+ non va?
Non è la fine del mondo. Ogni università italiana gestisce anche altre borse, scambi, bandi per mobilità extra-Europa o programmi di doppia laurea. Per i graduate (dopo la triennale) spesso esistono master internazionali con finanziamenti differenti. Vale la pena informarsi e tenere le antenne dritte, perché le opzioni sono più di quelle che sembrano, anche se spesso meno pubblicizzate.
Le domande più frequenti (e le risposte che avrei voluto leggere)
Posso fare più di un Erasmus?
Sì, ma non puoi stare via più di 12 mesi per ogni ciclo di studi (quindi, massimo 12 in triennale, 12 in magistrale, ecc).
Serve parlare già bene la lingua?
Un livello intermedio (B1/B2) è la regola, ma dipende dal corso e dalla sede. Preparati anche a cavartela nella vita quotidiana, non solo agli esami.
La borsa copre tutto?
No. Aiuta, ma il grosso dei costi peserà ancora su di te (meglio saperlo prima).
E se cambio corsi all’estero?
Attenzione: serve aggiornarlo e farlo approvare, o rischi di perdere fondi e riconoscimento.
In sintesi
Erasmus+ è una sfida vera, con lati splendidi ma anche molta realtà. Non è per forza la soluzione perfetta per tutti; non lo diciamo per scoraggiarti, ma per aiutarti a valutare con occhi aperti. Se stai pensando di provarci e vuoi parlare con qualcuno che ci è già passato, è qui che Studey entra in campo: niente promesse, solo supporto concreto, dubbi compresi.
Se preferisci partire con un quadro chiaro, conoscere alternative oltre a Erasmus+ o semplicemente avere un confronto umano senza pressioni, puoi chiedere aiuto senza impegno. La strada l’abbiamo fatta anche noi — sappiamo cosa significa davvero.
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