Ottenere un visto per studiare in Inghilterra: guida onesta (e concreta)
Parliamoci chiaro: la questione del visto per chi vuole studiare nel Regno Unito non è una passeggiata. Non lo è per nessuno, nemmeno per chi ha già fatto mille viaggi fuori dall’Italia. Sì, è fondamentale, sì, ci sono delle regole e sì, la burocrazia va affrontata con la testa sulle spalle – ma non è insormontabile. Qui sotto trovi quello che avrei voluto farmi spiegare da un amico che c’era già passato: niente trappole nascoste, niente promesse miracolose, solo tutto quello che serve sapere per evitare errori e ansie inutili.
Chi deve richiedere il visto per studiare in UK?
Se sei cittadino italiano (o comunque UE), oggi per l’università o un master in Inghilterra serve praticamente sempre il visto studentesco vero e proprio, quello che si chiama Student Visa (prima la chiamavano Tier 4). Fanno eccezione solo corsi brevissimi (tipo summer school di poche settimane) o scambi molto particolari — ma nella stragrande maggioranza dei casi, ti servirà passare dalla trafila del visto vero e proprio. Vale sia per chi punta alle grandi università delle città, sia per chi pensa a percorsi meno battuti.
Cosa serve DAVVERO per ottenerlo?
Ecco cosa chiedono, senza girarci intorno:
- Ammissione a un’università riconosciuta dal governo britannico. La scuola deve essere nella lista UKVI “Sponsor Licence” (sono quasi tutte, ma meglio controllare).
- Certificato CAS. È la chiave per tutto: la tua università te lo manda solo una volta accettato, e contiene tutte le info ufficiali sul tuo corso.
- Prova dei fondi sufficienti. Non ci sono scorciatoie: vogliono vedere che puoi mantenerti (tasse, vitto, alloggio – e non cifre a caso). Trovi i dettagli aggiornati sul sito del governo, ma preparati a fornire estratti conto bancario chiari oppure una dichiarazione dei genitori, se ti aiutano loro.
- Conoscenza della lingua. È richiesta una certificazione d’inglese ufficiale, le più usate sono IELTS e simili (non basta una lettera del prof…).
- Passaporto valido e, nella stragrande maggioranza dei casi, presentarsi per lasciare impronte e fare foto nei centri autorizzati.
Come si fa domanda?
Nel concreto:
- Metti insieme i documenti: passaporto, CAS, prova dei fondi (tutto come richiesto: attenzione alle date sugli estratti conto!), certificato di inglese, plus eventuale assicurazione sanitaria (pagherai l’Immigration Health Surcharge insieme alla domanda).
- Compila tutto sul sito ufficiale gov.uk. La domanda si fa online, serve la testa lucida e un po’ di pazienza per tutte le domande (meglio prendersi un pomeriggio tranquillo).
- Paghi la fee e la tassa sanitaria, sequenza obbligatoria. Non dimenticartene, sennò la domanda resta bloccata.
- Prenota l’appuntamento per i dati biometrici (impronte e foto). In Italia ci sono diversi centri preposti, ma i posti vanno via in fretta soprattutto sotto scadenza: muoviti per tempo!
- Aspetti la risposta. Qui serve solo… pazienza. In media qualche settimana, ma a seconda del periodo (tipo estate) possono esserci code. Se puoi, gioca d’anticipo: ci si può muovere mesi prima.
Cose da sapere per non cascarci
- Il visto NON è garantito solo perché sei stato ammesso: sbagliare un documento, dimenticare una dichiarazione o una scadenza può rallentare tutto o peggiorare la situazione.
- I costi non sono trascurabili: università, visto, assicurazione sanitaria e dimostrazione dei fondi — il rischio di sottovalutare le spese è reale.
- Le regole cambiano (spesso!): può sembrare ansia gratuita, ma aggiornarsi sulle fonti ufficiali ti salva da sorprese dell’ultimo minuto.
- Sì, puoi lavorare part time con questo visto, ma ci sono limiti precisi sulle ore settimanali (di solito max 20). Se la motivazione principale è “lavorare subito”, valuta con calma se il Regno Unito è davvero la scelta migliore.
Gli errori che vediamo troppo spesso
- Fare domanda all’ultimo, rischiando di non farcela coi tempi (succede spesso, soprattutto d’estate).
- Dimenticarsi di controllare se il corso davvero permette il visto studente (qualche academica privata particolarissima non ce l’ha…)
- Non pagare la Immigration Health Surcharge: errore che blocca tutto finché non la saldi.
- Preparare i documenti finanziari “alla buona”, senza seguire le istruzioni precise sulle tempistiche degli estratti conto o sulle cifre minime.
Alternative possibili (se la trafila ti stressa)
- Per corsi molto brevi puoi viaggiare con il visto turistico, ma occhio: niente esami ufficiali, niente lavoro e niente prolungamenti in UK.
- Esplora paesi con burocrazia “più leggera” se senti che la pressione del visto UK non fa per te (Irlanda, Olanda e nord Europa spesso sono più lineari, e ci sono anche lì corsi in inglese).
- Più che affidarsi a “girotondi di guide online”, cerca il confronto con chi c’è già passato per davvero: Studey può aiutarti anche solo a fare un doppio check dei documenti prima di inviare tutto (niente giudizi, solo una mano concreta).
Tirando le somme
Il visto UK non è solo una questione di carta e numeri, ma diventerà il tuo lasciapassare per una nuova vita. Serve pazienza, un po’ di sangue freddo per la burocrazia e… anche la consapevolezza che qualche intoppo capita a tutti (qui nessuno ha mai avuto un’esperienza “perfetta” dall’inizio alla fine). Non c’è la bacchetta magica — però con le informazioni giuste, qualche consiglio di chi c’è già passato e supporto serio a portata di chat, tutto questo si può affrontare a testa alta.
Se ti resta qualche dubbio specifico, vuoi capire davvero quali documenti servono nel TUO caso, o semplicemente hai paura di dimenticare qualcosa, scrivici: nessuna domanda è stupida e nessuno di noi si è mai sentito “pronto” al 100% finché non ha spedito la domanda. Siamo qui anche solo per aiutarti a respirare quando la burocrazia sembra più forte di te.
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