Iscriversi a un master in UK dopo la laurea triennale: la guida (onesta) che avrei voluto leggere anch’io
Partiamo subito senza giri di parole: pensare a un master nel Regno Unito dopo la triennale è un’idea che può cambiare tutto. Magari ne hai sentito parlare da amici, professori, parenti (“Oh, sarebbe una grande occasione!”), e in effetti di buoni motivi ce ne sono. Però tra la decisione, le scartoffie e la realtà di vivere all’estero, c’è di mezzo più di un salto. Se vuoi davvero capire come funziona, ecco una guida scritta da chi ci è passato davvero — promesse a parte.
Laurea triennale italiana e master in UK: dove stanno le differenze
In Italia ci siamo abituati: triennale → magistrale → forse master dopo. Nel Regno Unito tutto si gioca in modo più diretto: dopo il bachelor (che di solito è 3 o 4 anni) si passa subito al master. Il master, qui, dura spesso un solo anno e va dritto al punto: subito “sul pezzo”, con più pratica che teoria, e uno sguardo costante alle competenze che davvero servono nel mondo del lavoro.
Cosa significa per te? Se arriva la nostalgia delle lezioni infinite e degli esami sparsi su semestri e semestri… forse resterai un po’ spiazzato. Ma per imparare tanto in poco tempo e avere qualcosa di spendibile all’estero, funziona.
UK vs Italia: i fatti (zero filtri)
Lo so, tutti ti fanno le tabelle. Qui però mi limito alle differenze in cui inciampa davvero chi parte:
- Durata: in UK il master dura quasi sempre un solo anno (a volte si lavora anche l’estate). In Italia sono almeno due, e spesso con pochi legami con il mondo del lavoro vero.
- Lingua: si studia TUTTO in inglese. Sembra ovvio, ma farci i conti ogni giorno non lo è!
- Costo: le cifre ballano tra le £10,000 e le £30,000 solo per le tasse universitarie (senza vitto e alloggio). In Italia di solito è molto più basso.
- Requisiti: le università inglesi chiedono certificazioni di inglese e personal statement. E alcune sono toste anche sui voti.
Cosa ti serve per candidarti (e dove sbagliano in tanti)
Ecco la triste verità: “Ho la triennale, posso fare domanda!” spesso non basta. Quello che ti chiederanno quasi sempre è:
- Laurea riconosciuta (triennale con 180 CFU, sì, la classica italiana funziona)
- Un certo voto di laurea — non ovunque, ma le università “high level” spesso chiedono una media robusta (tipo 100/110)
- Certificato d’inglese — quasi sempre l’IELTS, con punteggi che di solito partono dal 6.5 (ma occhio alle richieste dei singoli corsi)
- Lettere di referenza — almeno una accademica (docente/relatore), qualche volta anche una professionale
- Personal statement — una lettera che racconta chi sei, perché vuoi esattamente quel master, e cosa puoi dare
- Copia del passaporto (ovvio, ma non sempre scontato)
Se pensi che sia solo questione di “inviare due documenti”... purtroppo non è così semplice. I dettagli fanno la differenza: a volte basta una firma sbagliata o una lettera troppo generica per farti scartare.
Application: quando, come e soprattutto… occhio alle date
Qui serve sincerità: le università UK sono inflessibili sulle scadenze. E nemmeno si impegnano a comunicare a voce se c’è ancora posto oppure no. Le candidature si aprono in autunno, molte chiudono in inverno (gennaio per i corsi più ambiti), quasi sempre con procedure online sul sito dell’università.
Il portale UCAS Postgraduate viene usato solo da alcune università e per corsi specifici. Il più delle volte, la candidatura è “direct” sul sito dell’ateneo.
Consiglio da chi c’è già passato:
Scopri la deadline vera per il master che ti interessa e fissala sul calendario (tipo in grassetto). Se hai dubbi, chiedi a chi lavora nel settore o, sì, anche a noi di Studey, che almeno rispondiamo onestamente.
I classici errori che ti fanno perdere tempo (o l’application)
No, non sei tu quello sbagliato! Molti fanno almeno uno di questi errori — meglio saperlo prima:
- Farsi prendere dall’ansia e rimandare — A volte le possibilità si chiudono mesi prima della vera deadline.
- Scrivere un personal statement “standard” — Si riconoscono a prima vista, vengono scartati subito.
- Saltare le richieste particolari — Master che chiedono portfolio, test supplementari o referenze extra: informati sempre un livello in più.
- Sottovalutare la lingua — L’inglese serve dappertutto: dal colloquio alla vita quotidiana. E senza il certificato ti lasciano fuori.
- Dimenticare i costi extra — L’affitto nelle grandi città, la spesa, magari il volo A/R: contali sempre.
Domande e disastri veri: storie reali
“Pensavo che bastasse inviare la domanda online il giorno della scadenza… invece si è bloccato tutto e non sono più riuscita a caricarla. Ho perso un anno.”
— Marta, 24 anni
“Leggendo di corsa ho saltato che la lettera doveva essere in inglese. Ho dovuto chiedere alla relatrice di riscriverla all’ultimo minuto.”
— Luca, 23 anni
Sì, a volte la fortuna gira male. Ma il 90% delle volte sono dettagli trascurati!
I rischi (che pochi ti raccontano)
Parliamone: vale la pena? Ci sono anche aspetti molto meno “Instagrammabili” che vanno considerati:
- Il costo ti può scoraggiare — Le cifre di alcune università sono alte; per molti è necessario chiedere prestiti, trovare una borsa o valutare alternative.
- La burocrazia può sfinire — Visa, assicurazione sanitaria, contratto di alloggio… è un puzzle vero e proprio. E se sbagli un paper, rischi di perdere il posto.
- Il lavoro dopo non è garantito — Sì, il master dà una marcia in più, ma non esiste la certezza di restare nel Regno Unito a lavorare (specie dopo la Brexit!).
E se non ti convince?
Considera seriamente master in Olanda, Irlanda, Svezia o Germania. Sempre in inglese, costi spesso più bassi e meno complicazioni burocratiche per chi ha passaporto italiano.
Domande che odiamo ma ci fanno sempre (con risposte oneste)
Con la triennale italiana posso candidarmi a master UK?
Nella maggior parte dei casi sì, ma conta molto come hai impostato il percorso.
Quanto costa davvero?
Dipende, ma calcola almeno tra 10.000 e 30.000 sterline di tasse universitarie. Più il resto.
Quando devo iniziare col processo?
Il prima possibile: se puoi, stai già pensando a cosa ti serve con un anno di anticipo.
Serve per forza l’IELTS?
Non sempre obbligatorio, ma in 9 casi su 10 sì. Fai una simulazione prima di spendere soldi in iscrizioni.
Si può lavorare durante il master?
Sì, entro certe ore settimanali se hai uno student visa. Ma studiare in UK in un anno è intenso: non credere a chi dipinge settimane da “au pair”.
Racconti di chi ce l’ha fatta (e non è tutto facile)
"Le settimane più dure mai vissute, ma il master in Digital Marketing mi ha costretto a uscire dalla comfort zone. L’inglese l’ho dovuto imparare davvero, e certi momenti sono stati tostissimi, ma lo rifarei."
— Sara, 25 anni
"Per il visto mi sono incartato, non capivo quasi nulla della documentazione. Ho chiesto aiuto, e solo allora ho capito dove avevo sbagliato. Consiglio: chiedete aiuto prima di arrivare allo stremo."
— Marco, 26 anni
Studey: come ti possiamo davvero aiutare
Nessuna promessa miracolosa. Non siamo una piattaforma anonima o un call center. Dietro Studey ci sono studenti che hanno vissuto esattamente questi casini, che hanno tribolato con le scartoffie e hanno sbagliato pure loro. Da noi trovi consigli schietti, revisione dei documenti (anche quelli dove tu non capisci se “va bene” o no), dritte sulle università dove provare per davvero, suggerimenti per migliorare davvero l’inglese e supporto nei momenti di panico pre-partenza.
Se poi pensi di rinunciare o puntare su altri paesi, va benissimo: il nostro lavoro è darti le info per decidere senza pressione.
Serve parlare con qualcuno che ci è passato davvero?
Se hai domande (anche quelle che ti vergogni a fare), oppure vuoi solo capire da dove iniziare, scrivici su Studey.it — nessuna promessa di soluzioni magiche, ma insieme possiamo valutare le strade possibili, capire quella migliore per te (che a volte non prevede nemmeno di partire).
Se serve, ti giriamo le guide aggiornate ai master, i link giusti, o semplicemente ti ascoltiamo.
Senza fuffa, senza pressioni, e restando accanto durante tutto il percorso. Perché sì, l’estero può essere uno scoglio — ma nessuno dovrebbe affrontarlo da solo.
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