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Come iscriversi a un master in UK dopo la laurea italiana

Iscriversi a un master nel Regno Unito dopo una laurea italiana richiede attenzione ai requisiti, documenti e tempistiche. Ogni passo è cruciale per il successo.

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Iscriversi a un Master in UK dopo la Laurea Italiana: Cosa Sapere Davvero

Pensare a un master in UK dopo una laurea italiana può sembrare un puzzle pieno di pezzi piccoli che spesso non si incastrano alla prima. Se sei uno studente italiano (UE), sappi che le informazioni ufficiali sono utili, ma non bastano quasi mai. In questo articolo provo a raccontarti tutto quello che ho imparato lavorando fianco a fianco con centinaia di ragazzi—ma anche quello che avrei voluto sapere io, al momento giusto.


I passaggi fondamentali (con qualche dritta vissuta sulla pelle)

1. Capire i Requisiti: la base, prima di tutto

Sì, la tua laurea italiana di solito “vale” per l’Inghilterra. Quasi sempre basta la triennale (ma occhio: alcuni master chiedono la magistrale oppure esperienza di lavoro pratica, soprattutto quelli più tecnici o specializzati).
Non fermarti al sito dell’università: certe informazioni spesso sono poco chiare, e rischi di perderti in mille FAQ in inglese. Vai diretto alle fonti, scrivi alle admissions e, se hai un dubbio reale, fatti aiutare da qualcuno che sappia interpretare le risposte (qui ammetto: non è facile).
Occhio anche ai requisiti linguistici: l’IELTS o il TOEFL sono lo standard. Non sottovalutare questa parte, soprattutto se pensi “tanto l’inglese me la cavo”. Qui le università sono molto rigide: se manchi pure solo mezzo punto rischi il rifiuto automatico.

2. Preparare i Documenti Senza Impazzire

Ecco cosa serve, nella pratica:

  • Certificato di laurea e trascrizione esami (vanno tradotti in inglese, a volte vuoi una traduzione ufficiale, a volte basta la tua).
  • CV aggiornato: lasciati spazio per spiegare cos’hai fatto davvero, anche se ti sembra poco.
  • Personal statement: questo fa la differenza. Devi raccontare perché TU vuoi fare proprio quel percorso, non solo perché “ti piace studiare”.
  • Lettere di referenza: qui molti si bloccano. Fatti aiutare da un prof che ti conosce o, se hai già lavorato, dal tuo responsabile.
  • Certificazione linguistica.

È normale impantanarsi qui. La tentazione di buttare giù un personal statement generico è forte, ma rischi di buttar via settimane di lavoro e magari ricevere un “no” secco per una lettera scritta di fretta. Se non ti senti sicuro, fatti aiutare: anche solo ricevere un feedback onesto può fare la differenza.

3. Quando e Come Candidarsi

Ogni università è diversa: alcune hanno scadenze fisse, altre accettano candidature “fino a esaurimento posti”. In generale:

  • Candidatura diretta sul portale dell’università: la via più comune.
  • Dal portale UCAS Postgraduate: serve per alcune università/corsi (di solito è un po’ più macchinoso e meno usato per i master rispetto alla triennale).
  • Supporto di servizi come Studey: qui hai la revisione dei documenti, una mano sulle scadenze e—cosa da non sottovalutare—qualcuno che tifa per te anche quando sbagli una virgola.

Non aspettare l’ultimo minuto. Davvero, sembra banale, ma le università britanniche chiudono le selezioni senza troppi preavvisi: ci sono master richiesti dove, se non ti candidi 7-8 mesi prima, salti l’anno.

4. Il Capitolo Costi: Affrontarlo Prima e a Testa Alta

Non c’è una risposta buona per tutti: il Regno Unito resta caro per gli studenti UE, soprattutto dopo Brexit.
Le tasse universitarie variano: da 8.000 a 25.000 sterline l’anno, a volte anche di più se il master è molto di nicchia o prestigioso.
Vivere a Londra? Bellissimo, ma preparati a spendere. Altre città sono più sostenibili (es. Manchester, Newcastle, Edimburgo), ma comunque servono almeno 8-12 mila sterline all’anno per tutto.
Borse di studio: ci sono, ma la competizione è alta e i requisiti molto specifici. Non ci sono miracoli o scorciatoie facili, ma tentare non costa nulla.

Consiglio spassionato: fai già una bozza di budget. Conta anche imprevisti (spese mediche, biglietti di rientro, libri extra): nessuno te lo dice, ma succedono sempre.

5. Burocrazia & Vita Pratica: Il Regno “Magico” dei Form

La Brexit ha cambiato tante cose, lo sai meglio di me. Ad oggi, con passaporto UE valido per l’intero periodo del master, non serve il visto per un corso di durata inferiore ai 6 mesi. Per i corsi più lunghi invece serve lo “student visa”—a volte la normativa cambia, quindi il consiglio è: verifica sempre poco prima di partire.

Non dimenticare:

  • Conto corrente UK: meglio aprirlo il prima possibile, anche online.
  • Iscrizione NHS: la sanità pubblica inglese non è perfetta, ma è fondamentale—soprattutto per emergenze e farmaci essenziali.
  • Alloggio: vai sul pratico. Siti come SpareRoom e le residences universitarie sono un punto di partenza, ma c’è molta concorrenza. Preparati a qualche “sorpresa” (nel bene e nel male).
  • Assicurazione extra: facoltativa, ma può salvarti in caso di emergenze non coperte dal NHS.

Cose che si scoprono solo vivendo (o parlando tra studenti)

  • I ranking non sono tutto. Ci sono master molto quotati che, però, hanno poca connessione col mondo del lavoro reale. Altri, meno famosi, ti danno skill molto richieste.
  • La lingua è una barriera vera. L’IELTS non basta: qui il vero scoglio è reggere le prime settimane di seminari, project work e accenti incomprensibili. Sii indulgente con te stesso e chiedi aiuto subito se ti senti in difficoltà.
  • La burocrazia può sfinire. Anche solo per una lettera o un documento. Non colpevolizzarti se perdi la pazienza: capita a tutti.
  • La solitudine iniziale esiste. Le amicizie arrivano, spesso quando meno te lo aspetti (magari in una coda in mensa più che in aula).

Parola agli ex studenti (ovvero: errori che risparmio a te)

Luca, 24 anni:
“Ho mandato la candidatura di corsa, senza nemmeno rileggere il personal statement. A distanza di mesi ho scoperto che il mio inglese era pieno di errori e la lettera non diceva nulla di me. Seconda volta, con aiuto e tempo, sono stato ammesso.”

Giada, 22 anni:
“Pensavo di avere tutto il tempo del mondo per candidarmi—‘tanto chiudono tra sei mesi’. Ho scoperto che alcune facoltà chiudono i posti mesi prima. Ho rischiato seriamente di saltare l’anno.”

Davide, 27 anni (ora in azienda a Londra):
“Preparare l’application è stato lo stress più grande della mia vita, ma farcela senza nascondermi dietro promesse magiche mi ha reso più sicuro di me. Se non sai dove sbagli, chiedi una mano. Da soli si perde tempo e si fanno giri a vuoto.”


Domande vere, risposte senza filtri

Posso candidarmi con la triennale italiana? In generale sì, ma controlla università per università: alcuni corsi richiedono già esperienza lavorativa o una magistrale.
Quando devo iniziare la pratica? Prima inizi, meglio è: almeno 6-9 mesi prima, per avere il tempo per i test d’inglese e mettere a posto i documenti. Non serve impazzire, ma serve costanza.
Serve sempre il visto? Dipende dalla durata del master e dal passaporto. Dopo Brexit è una giungla di aggiornamenti: verifica sempre le ultime regole.
Come posso rendere la mia candidatura davvero buona? Personal statement sincero (racconta davvero la tua storia, anche se hai paura di sembrare “debole”), buone referenze, e certificato d’inglese preso sul serio—non solo “scaldando la sedia” in un corso qualsiasi.

Spero che questa panoramica finalmente umana ti aiuti a vedere meglio dove intervenire, dove chiedere una mano e dove puoi fidarti di te stesso. Se vuoi un confronto concreto (senza frasi fatte), su Studey trovi gente che ci è passata e che non vende né miracoli né scorciatoie.
A volte la cosa più utile è solo avere qualcuno che capisca fino in fondo le tue incertezze e ti dica, onestamente, cosa è importante e cosa invece è solo ansia inutile.

La strada è un po’ in salita, ma si può fare, un passo (vero) alla volta.

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