Studiare all’estero: consigli concreti per la tua sicurezza
Studiare all’estero è davvero una delle esperienze che ti cambiano la vita, ma lo sappiamo bene: non è tutto “rose e fiori” come qualcuno vuole farti credere. Tra l’entusiasmo di preparare la valigia e l’ansia di partire, spesso si sottovaluta un aspetto fondamentale: la sicurezza, sia fisica che mentale.
Qui trovi qualche consiglio concreto, direttamente dalla voce di chi ci è passato prima di te. Niente panico, nessun allarmismo, ma qualche accorgimento – che a volte ti salva sul serio la giornata.
Prima di partire: informati (ma senza farti prendere dal panico)
Sì, lo sappiamo: alla millemillesima mail dell’università o delle agenzie viaggi inizia a girarti la testa. Ma fidati, questa parte vale lo sbattimento. Apri bene gli occhi su:
- Le regole e le abitudini del paese: anche piccoli dettagli fanno la differenza (tipo dove non è una buona idea uscire la sera tardi, come comportarsi sui mezzi, ecc).
- L’assicurazione sanitaria e di viaggio: lo so, è noiosa da leggere. Ma se qualcosa va storto e sei coperto, ringrazierai di averci perso quei 10 minuti.
- Qualche numero utile in rubrica: ambasciata/consolato, emergenze locali, servizi dell’università. Non avere paura di sembrare paranoico.
E se qualcosa non ti torna? Scrivici, anche solo per sparare due domande a raffica.
Una volta arrivato: fidati dell’istinto, ma anche del buon senso
Ti capiterà (succede a tutti) di sentirti un po’ spaesato i primi giorni. Magari ti guardi intorno e tutto sembra familiare ma allo stesso tempo stranissimo. Ecco qualche trucco che abbiamo collaudato sulla nostra pelle:
- Tieni il necessario nei posti giusti: documenti importanti con te, ma fai anche delle copie (cartacee e digitali) da lasciare in camera o su un cloud sicuro.
- Occhio allo smartphone: serve sempre linea? Sì, quasi sempre. Una SIM locale ti toglie un sacco di rogne se ti perdi o hai bisogno di chiamare.
- Non c’è nulla di male a sembrare “turista” i primi giorni. Meglio essere un po’ impacciati che troppo sicuri e finire nei guai.
Sicurezza online: vale tanto quanto quella fisica
Ogni tanto si pensa solo a non perdere il portafoglio, ma occhio anche a:
- Password decenti (niente “123456” eh…) e doppia autenticazione sui tuoi profili social/universitari.
- Evita le reti Wi-Fi pubbliche per banche o dati sensibili. Sembra banale, ma in tanti ci cascano ancora.
- Se ricevi mail strane dall’università o da qualcuno che non conosci, chiedi sempre prima di cliccare qualsiasi cosa. Fidati: meglio una figuraccia che una truffa.
Benessere e salute: parlane, senza vergogna
La salute non è solo medica. C’è anche lo stress, la solitudine, la paura di non adattarsi. Non sottovalutare nulla, parlatene con qualcuno – amici, tutor, anche noi. Non sempre abbiamo la soluzione magica, ma ascoltiamo senza giudicare perché ci siamo passati anche noi.
- Se il paese richiede assicurazioni aggiuntive o registrazioni sanitarie, falla appena arrivi, non dopo settimane.
- Dormi (sul serio), mangia quando puoi, datti il tempo di capire il tuo nuovo ritmo. Non serve strafare i primi giorni.
Non ti vergognare a chiedere aiuto
Parla con altri studenti, unisciti ai gruppi universitari, chiedi consigli anche se ti sembrano domande stupide. Magari scopri che quello che per te è un dramma, per altri si risolve in due minuti. O viceversa. Nessuno giudica: qui siamo tutti passati dalle stesse paranoie, e a distanza di anni… ci ridiamo pure sopra.
Domande che ci fate spesso
La soluzione perfetta non c’è, ma chiedere alle persone locali o ai tutor universitari è sempre il modo migliore. Lascia stare Google che spesso drammatizza.
Chiama subito i numeri di emergenza locali (se ti serve te li troviamo noi), avvisa la tua università ed eventualmente la tua famiglia. Non ti preoccupare di “disturbare”.
Una cassaforte in camera, se ce l’hai, va benissimo. Altrimenti stai sulle cose semplici: chiavi sempre con te, copie digitali in un cloud a cui solo tu accedi.
Per qualsiasi dubbio, situazione scomoda o solo per raccontare come va, qui nessuno ti risponde come se fossi “un altro numerino”. Studey è fatta di persone che ti ascoltano (e non giudicano). Se vuoi parlarne, davvero, scrivici: magari troviamo insieme una soluzione, magari solo una risata. E anche solo quello, fidati, a volte salva la giornata.
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