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Come funziona il sistema di application per master in Irlanda

Fare domanda per un master in Irlanda richiede attenzione e organizzazione. Ogni università ha requisiti specifici, quindi segui le indicazioni attentamente.

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Come funziona davvero l’application per un master in Irlanda

Se stai prendendo in considerazione un master in Irlanda, sappi che è una meta super gettonata (e a ragione!): il mix tra qualità, ambiente internazionale e possibilità di fare esperienza pratica è uno dei più solidi in Europa. Però, la procedura per fare domanda non è esattamente intuitiva e ci sono dei dettagli che è bene conoscere da subito, così da non lasciarsi sopraffare da moduli, scadenze e dubbi.

Niente sistema unico: ogni università fa da sé

La prima cosa che spesso spiazza: non c’è un’app tipo UCAS inglese dove puoi fare domanda per tutti. In Irlanda, ogni università ha il suo portale online e dovrai seguire regole, scadenze e liste di documenti diverse per ciascun master a cui sei interessato. È un po’ come se ogni facoltà avesse il suo portinaio, con orari e richieste tutte sue. Quindi, attenzione a non fare copia-incolla e via: quello che chiedono a Dublino può non valere a Galway.

Da cosa partire: il tuo mix personale di dubbi

La scelta del corso e dell’università richiede un po’ di introspezione onesta. Oltre al classico “cosa voglio studiare?”, chiediti: come sono strutturati i corsi, quanto durano, ci sono tirocini obbligatori? Le università irlandesi hanno programmi molto specifici: leggiti bene i syllabus e, se qualcosa non ti torna, scrivi direttamente ai referenti del corso (in inglese, non serve essere perfetti). Hanno sentito di tutto, credimi.

Documenti base che servono (in generale)

  • Laurea almeno triennale già completata (oppure in fase di completamento)
  • Certificato che dimostra il livello di inglese (IELTS o TOEFL, e qui i minimi richiesti possono essere più alti di quanto si pensi)
  • Pagella e certificato di laurea (spesso in inglese, quindi traduzione ufficiale se serve)
  • CV accademico
  • Lettera motivazionale (personal statement): da non scrivere in freestyle, conta quasi quanto il resto. Qui davvero ci giochiamo un bel pezzo dell’application.
  • Una o due lettere di referenza da parte di docenti o, se lavori, di superiori
  • Copia del passaporto

Occhio: spesso le università richiedono una tassa di application (da 30 a 50 euro circa). Nulla di folle, ma va messo in conto.

Come si invia la domanda

Vai sul sito dell’università (niente formule magiche – serve solo un po’ di pazienza), compili il form, carichi i documenti richiesti, paghi la fee, invii. Stop. In questo passaggio non è raro commettere errori banali — tipo sbagliare uno scan o saltare un documento — soprattutto se gestisci più candidature insieme.

Dopo l’invio parte l’attesa: a volte bastano 3-4 settimane, a volte si arriva anche a 2 mesi pieni prima di una risposta. Riceverai per email la famosa “Offer Letter” (offerta di ammissione) oppure, talvolta, ti chiederanno un colloquio, o chiarimenti su qualche documento.

Tempistiche: fa’ attenzione alle scadenze

Le candidature di solito si aprono in autunno per i corsi che cominciano a settembre dell’anno dopo (quindi con 6-9 mesi di anticipo). Prima mandi la domanda, meglio è — non solo per sicurezza psicologica, ma anche per questioni pratiche come trovare casa, organizzarsi con i documenti, sostenere (o rifare) il test di inglese se serve.

A cosa fare attenzione (anche se sembra scontato)

  • Non ci sono scorciatoie: ogni domanda va fatta su misura e serve attenzione soprattutto sulla personal statement, che fa davvero la differenza (e si capisce subito se ne hai scritta una generica per 10 università).
  • Le soglie per l’inglese non sono negoziabili. Se ti manca mezzo punto IELTS, rischi l’esclusione, anche se hai un curriculum notevole.
  • Non tutti i master sono adatti a tutti: certi hanno un taglio più pratico, altri sono molto teorici. Meglio chiarirlo prima che trovarsi pentiti dopo due mesi.
  • I costi sono importanti: oltre alle fees universitarie (in media 6.000-18.000 euro l’anno per i cittadini UE), l’Irlanda non è il paese più economico dove vivere. Chiariamolo: affitti e spese possono pesare, specie a Dublino.

Permessi, visti & co.

Se hai passaporto italiano il problema del visto (almeno per ora) non c’è. Ma attenzione che le regole cambiano, quindi meglio darsi una letta sempre alle info ufficiali aggiornate. Per alcuni master, già dall’accettazione, chiedono documenti specifici sullo status di residente/permittente.

E se sbaglio qualcosa?

Capita. Nessuno nasce imparato — e qui entra davvero in gioco la differenza tra una guida clichè e qualcuno che “c’è già passato”. Studey nasce proprio perché quasi tutti quelli nel team si sono trovati almeno una volta a sbagliare modulo, impanicarsi per una scadenza o sentirsi rispondere “serve una traduzione ufficiale, non una fatta su Google Translate” (proprio vero).

Il supporto che possiamo darti (senza fare supereroi)

Non ti promettiamo soluzioni magiche, ma possiamo darti una mano a rileggere la personal statement, controllare i documenti, consigliarti sulle differenze tra i master e persino metterti in contatto con ex-studenti già in Irlanda. Se qualcosa non lo sappiamo, lo diciamo chiaro; ci sta anche passare una domanda a chi ne sa più di noi.

Le differenze rispetto ad altri paesi famosi

Mentre in UK c’è UCAS per la laurea triennale e un portale quasi unico per i master, e in Olanda spesso puoi usare Studielink, in Irlanda è tutto più “artigianale”: università per università, portale per portale. Sembra complicato, ma alla lunga impari a conoscere meglio il sistema… e dopo sarà tutto più fluido. I requisiti di lingua, invece, sono quasi sempre più severi che in Olanda o in UK.


Domande che sentiamo spesso

  • Quanto tempo ci vuole per avere risposta?
    Dipende: da un mese a tre mesi dopo la chiusura delle application. Nel frattempo, sì, l’attesa è snervante ma quasi sempre normale.
  • Posso fare domanda a più università insieme?
    Certo, basta non incasinarsi coi documenti e ricordarsi che ogni corso ha le sue regole.
  • Serve il visto agli italiani?
    Fino ad ora, no, ma meglio controllare sempre sui siti ufficiali.
  • Ho l’IELTS basso, posso comunque provare?
    In genere servono i requisiti minimi. Nessuno fa sconti neanche se per mezzo punto manca il livello. Volendo, si possono fare corsi di lingua extra organizzati dall’università, ma senza il punteggio minimo non si viene ammessi.

Vivere in Irlanda da studente è un’esperienza che ti cambia. L’application non è una passeggiata, ma con un po’ di organizzazione (e la giusta dose di sincerità sui propri punti deboli e punti forti) può funzionare.

Se ti serve un confronto vero — non la checklist del sito — raccontaci dove sei incagliato, o cosa ti mette ansia. Senza filtri: ogni storia ha il suo percorso, e nessuna partenza è identica a un’altra.

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