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Come funziona il sistema di application per bachelor in UK

Studiare nel Regno Unito può sembrare complicato, ma questa guida ti aiuterà a capire il processo di application per i corsi di bachelor.

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Application Bachelor UK: Come Funziona Davvero (Senza Filtri)

Sognare di studiare nel Regno Unito è bellissimo, ma il modo in cui ci si arriva… quello spesso genera un bel po’ di ansia. Soprattutto se sei in Italia e magari nessuno, nella tua scuola o in famiglia, ci è mai passato prima. In questa guida voglio raccontarti come funziona davvero il processo di application per i bachelor inglesi. Niente giri di parole, solo quello che serve sapere — e anche qualche verità che altri ti sussurrano piano (o non dicono proprio).


Partiamo dalle basi: Che cos’è UCAS?

UCAS (si pronuncia “iu-cas”, per tua curiosità!) è la piattaforma dove devi passare praticamente per forza se vuoi candidarti per una laurea triennale in UK. È, concretamente, il portale di ammissione ufficiale. Niente panico, all’inizio può sembrare una montagna ma si impara presto a “parlarci”.

Cosa succede, step by step:

  1. Registrazione: ti crei un profilo, metti i tuoi dati di base.
  2. Scegli i corsi: puoi selezionare fino a 5 corsi/uni diverse. E qui parte già la crisi esistenziale (“E se poi cambio idea?!” Succede spesso, tranquillo).
  3. Invi la tua application: un solo invio, raggiungerà tutte le università che hai messo. Non serve impazzire con mille moduli diversi.
  4. Aspetti le risposte: possono arrivare offerte condizionali (ti prendono a patto che tu prenda certi voti), offerte incondizionate (ti hanno già “accettato”) o rifiuti. Può sembrare un esame dentro all’esame — e in parte lo è.

Cosa serve preparare (spoiler: non solo voti!)

In UK chiedono più di una pagella fatta bene. Ecco cosa ti serve davvero:

  • Risultati scolastici: sì, il voto di maturità conta, ma anche le pagelle degli anni precedenti (non c’è solo la cifra finale, occhio).
  • English certificate: IELTS Academic o simili. Anche qui, alcune università sono più “rilassate”, altre veramente rigide — dipende.
  • Personal Statement: il famoso testo in cui devi raccontare chi sei, perché vuoi fare questo corso, cosa ti interessa DAVVERO. Non copiare da internet, si vede subito. Meglio esser genuini, parlare delle vere passioni (anche se sembrano banali), piuttosto che scrivere cose da manuale.
  • Lettera/e di referenza: di solito un prof di scuola (meglio se ti conosce bene). Attenzione, molti insegnanti italiani non sono abituati a scriverle in stile UK: cerca di aiutarli, magari portagli qualche esempio.
  • Altri documenti? Dipende dall’ateneo e dal corso. A volte chiedono portfolio (per cose creative), curriculum… ognuno fa un po’ a modo suo.

Se ti perdi nei dettagli, sappi che capita. Non è semplice all’inizio, ma chiedere — anche solo una mail di chiarimento — non è mai “da sfigati”.


Tempistiche: meglio saperlo prima!

La data a cui guardare, sempre, è quella di fine gennaio: la scadenza tipica della “main round”. Questo non vuol dire che dopo gennaio sia tutto perduto, ma molte uni forti finiscono i posti migliori proprio lì.

Alcuni corsi (tipo Medicina, Oxford, Cambridge) hanno scadenze ad ottobre. Non dare mai per scontato che sia tutto uguale.

Attenzione: ogni università ha un suo ritmo nel rispondere. Non sei “scartato” se non ti scrivono dopo due settimane. Ci sono uni che rispondono dopo mesi. Fa parte del gioco, e spesso non dipende da te.


Dietro le quinte: difficoltà e paure (che nessuno dice a voce alta)

Non esiste il processo “senza stress”. Ti dico quello che in tanti poi ci confidano nei messaggi privati:

  • La burocrazia inglese è diversa, a volte un po’ assurda rispetto alla nostra.
  • Dubbio perenne: “E se faccio errori stupidi nell’application?” Può succedere, ma nessuno è perfetto e spesso si può rimediare.
  • Paura del “ma l’inglese sarà abbastanza buono?” Spoiler: QUASI NESSUNO si sente “pronto” al 100% prima di partire — anche chi poi se la cava benissimo.
  • Affrontare il tutto mentre hai la maturità davanti: doppio carico, spesso. È dura, sì.

Anche sulle offerte: un no fa male, e fa venire mille domande (“Sarò io?”, “Valgo poco?”). A volte il no non c’entra nulla con te, ma con esigenze di numeri, priorità interne, ecc. Non prendetela mai sul personale.


Domande vere di chi ci passa

Serve per forza il voto massimo?
No, ma ovviamente certe uni (tipo Cambridge o UCL) selezionano in modo più severo. Tanta gente entra anche senza voti “stellari” altrove.
Il personal statement è davvero così importante?
Più di quanto sembri. Non deve essere un capolavoro letterario, ma raccontare qualcosa di te che vada oltre i numeri.
C’è una “seconda chance” se perdo la scadenza?
Sì, ma rischi di trovare meno scelta. Esiste anche la “clearing”, una sorta di seconda chiamata estiva (non sempre il massimo, ma a qualcuno salva la vita).
Devo pagare già tutto quando mi accettano?
No, c’è tempo. Però occhio: tra fees universitarie e costi vivi a Londra o in UK, la cifra è alta. Non faccio promesse: chi parte senza saperlo torna più deluso.

Come possiamo aiutarti? (Senza Fuffa)

Sei arrivato fin qui e hai ancora la testa piena di dubbi? Normale, anzi: sano. Qui da Studey, chi ti risponde ci è passato — chi meglio, chi male, chi tra mille ansie. Non abbiamo tutte le risposte per ogni università del mondo, ma possiamo aiutarti a capire cosa è meglio per te (magari anche dirti che non fa per te, senza problemi).

Se vuoi parlarne, trovi la chat o puoi prenotare una chiacchierata senza impegno. Niente vendita aggressiva: promesso.

Nel frattempo, prenditi il tuo tempo. E, se ti va di confrontarti o anche solo lamentarti del sistema, siamo qui anche per quello. Il viaggio inizia prima della partenza.

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