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Come funziona il sistema di application in Olanda

Studiare in Olanda può sembrare complesso, ma con la giusta guida puoi affrontare il sistema di application senza stress. Ecco cosa sapere.

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Come funziona davvero l’application in Olanda?

Quando pensi di studiare all’estero, magari in Olanda, è normale sentirsi un po’ persi. Tutto sembra affascinante, sì, ma pure pieno di incognite e “cose che non ti dicono subito”. Qui trovi una panoramica – schietta, senza fronzoli – su come funziona il sistema di application alle università olandesi, spiegato da chi ci è già passato.


Il sistema universitario olandese… tradotto per chi non ama le etichette

In Olanda ci sono due grandi categorie di università, ma non lasciarti intimorire dalla terminologia:

  • Research University (WO): ti piace la teoria, l’approccio accademico, magari ti vedi un giorno a fare ricerca? Queste università sono per te. Esperienza molto “libera”, corsi spesso in inglese dal primo anno, esami impegnativi.
  • University of Applied Sciences (HBO): sei più “hands-on”? Qui si lavora su progetti, stage, tante cose pratiche e concrete. Ideale se il concetto di “lezione frontale infinita” non fa per te.

Capire la differenza aiuta a non “atterrare” in un mondo che non ti corrisponde. Parliamone, se vuoi consigli onesti: molti si rendono conto della scelta solo troppo tardi.


Step by step: come si fa domanda (sul serio)

Se ti aspetti una lista facile di passaggi, mi spiace: ogni università ha le sue regole, ogni corso qualche sorpresa. Ma il percorso – grosso modo – è questo:

  1. Scegli bene il corso (e la città…)
    Guarda sempre i requisiti: alcuni corsi hanno limiti di accesso, test d’ammissione o colloqui. Non fermarti solo al titolo del corso: vai a vedere i programmi, senti qualcuno che lo frequenta davvero (noi ti mettiamo in contatto volentieri se serve).
  2. Prepara i documenti
    • Diploma di maturità (o certificato attuale se ti stai diplomando)
    • Pagelle/traduzioni dei voti
    • Certificato di inglese (spesso IELTS o TOEFL; alcune università accettano anche il livello della tua scuola, ma quasi mai il semplice “livello B2”)
    • Lettera motivazionale (niente copia-incolla da internet: scrivi di te, anche delle tue incertezze)
    • Raccomandazioni: non sempre servono, ma averne una pronta aiuta
  3. Studielink: il sito magico (e stressante)
    Per quasi tutti i corsi si applica tramite Studielink: un portale unico dove registrarsi, scegliere il corso, caricare i documenti. Non aspettarti tutto automatizzato o intuitivo: qualche intoppo di “tecnologia olandese” è quasi garantito. Tieni sempre d’occhio le email, anche nello spam.
  4. Selezioni, scadenze, (a volte) test
    Alcuni corsi, tipo Psicologia o International Business, hanno una selezione abbastanza tosta. Valuta i piani B e occhio alle dead line: alcune chiudono già a gennaio!
  5. Visto, permesso, assicurazione
    Sei cittadino europeo? Visto non serve, ma appena arrivi dovrai registrarti all’anagrafe locale (GBA). Senza quella, niente conto in banca né assicurazione sanitaria “olandese” (quest’ultima obbligatoria se inizi a lavorare part time).

Cose che nessuno ti racconta (ma che dovresti sapere)

  • L’inglese:
    Sì, i corsi sono in inglese, ma la quotidianità non è sempre così. Per integrarti sul serio, due parole d’olandese fanno miracoli (e un po’ di pazienza coi prof accenti).
  • Vita pratica:
    Trovare casa può essere stressante, specialmente ad Amsterdam o Utrecht. Non aspettare l’ultimo momento: molti dormono in Airbnb le prime settimane (vero, non scherziamo).
  • Differenze culturali:
    I prof non “interrogano” come in Italia; e qui, se hai un problema, se ne parla senza tabù. Solitudine i primi mesi? Normale, non sei “strano”. Gli olandesi sono diretti; a volte sembra che siano scortesi, ma spesso è solo il loro modo di essere chiari.

E se hai dubbi?

Pensare che “ci si capisce tutto subito” è una leggenda. È normale avere domande, rimettere in dubbio tutto, sentirsi spaesati anche dopo aver spedito i documenti. Magari hai paura di aver sbagliato corso, o non sai se il tuo inglese è abbastanza. Siamo qui – con chi c’è già passato – per parlarne senza ansie da “super student* internazionale”. Nessuna promessa di successo assicurato, ma ascolto vero e consigli pratici.


Domande “da cucina” (cioè quelle che fanno tutti, anche di nascosto):

Mi serve un visto?
No, se sei italiano (o UE). Ma se vuoi lavorare o restare dopo la laurea, informati bene sulle regole locali: cambiano spesso.

Devo avere per forza una certificazione d’inglese?
Quasi sempre sì, se il corso è in inglese. Niente panico: possiamo aiutare a trovare alternative o corsi-ponte, se serve.

Posso lavorare mentre studio?
Sì, anche se con limiti sui contratti e a volte la burocrazia sorprende (in Olanda serve tutto in regola, lavori “in nero” inesistenti).

Cosa succede se cambio idea o vengo respint*?
Non sei l’unic*: succede e non è una tragedia. Valuta altre città, università o anche l’ipotesi di fare un gap year. Ci sono tanti modi per ripartire senza sentirsi “falliti”.


Se vuoi partire, ma hai mille dubbi o ti serve solo sentire la storia di chi c’è già stato, scrivici. La consulenza da noi non è mai una vendita forzata: puoi anche dirci “ci ho ripensato” e va benissimo così. Siamo qui anche per chi decide di restare.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.