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Come funziona il sistema dei college negli USA

Studiare negli USA offre opportunità uniche, ma è fondamentale informarsi bene sui costi, sulla burocrazia e sulle differenze tra college e università.

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Capire il sistema dei college negli USA: esperienze reali, qualche sorpresa e molte cose pratiche da sapere

Se stai pensando di studiare negli Stati Uniti (o anche solo se la cosa ti incuriosisce ma ti sembra un universo parallelo), sappi che non sei l’unico che si sente un po’ spaesato. Negli USA, le parole “college” e “università” vengono usate in modi che qui in Italia suonano strani. E tra scelte, costi, burocrazie e racconti “da film”, è facile perdersi. Facciamo chiarezza, senza filtri.

College, università, community college… che differenza c’è davvero?

Negli USA con “college” spesso si intende una scuola superiore agli studi secondari — insomma, dopo le superiori — dove generalmente si prende una laurea “triennale” (in realtà dura 4 anni e si chiama bachelor’s degree). I college, di solito, sono strutture più piccole rispetto alle grandi università: lezioni in gruppi ridotti, atmosfera più “famigliare” e tanta attenzione allo studente. Non la regola, ma una tendenza.

Ecco uno schema senza giri di parole:

  • Community College: Se vuoi spendere meno o se non ti senti subito prontissimo, questi sono istituti pubblici e accessibili, dove si studia per due anni (associate degree) e poi, volendo, si può passare a una vera e propria università per completare la laurea. Attenzione: il titolo da community college NON è una laurea vera e propria come in Italia, ma spesso un passaggio intermedio o per lavori più tecnici.
  • College privati e pubblici: Qui si va per il bachelor’s degree (4 anni), con una vastissima scelta di corsi e approcci. Certi sono super selettivi, altri meno.
  • Università: Sono le grandi istituzioni che offrono tutto (triennale, specialistica e dottorato). Spesso all’università ogni “facoltà” si chiama… college. Sì, lo so, è un attimo fare confusione.

Struttura degli studi: tanta libertà (ma serve organizzazione)

Al contrario dell’idea italiana del “percorso chiaro”, negli USA hai più flessibilità: il bachelor’s degree si prende in 4 anni e puoi cambiare indirizzo o materie anche dopo l’inizio, grazie ai corsi generali che accompagnano sempre quelli specifici del “major” (cioè l’ambito che scegli come principale). Ti sembra una figata? Lo è… ma può anche essere dispersivo se non hai le idee chiare.

L’associate degree, invece, dura due anni ed è un modo per entrare, risparmiare e poi — forse — puntare alla laurea completa o lavorare in settori molto pratici.

Cosa serve per entrare: non bastano i voti

Per iscriversi, di solito servono diverse cose. Non pensare “faccio domanda e via”. Loro guardano:

  • La tua carriera scolastica (serve la pagella tradotta e convalidata, spesso con mille passaggi)
  • Test d’ingresso comuni (SAT o ACT): alcuni li chiedono, altri no — qui le regole cambiano spesso, meglio controllare sempre.
  • Un personal statement (lettera in cui racconti chi sei e perché vuoi andare proprio lì). Sembra una banalità, ma spesso è la parte più pesante, perché ti costringe a raccontarti davvero, non solo a elencare voti.
  • Lettere di referenza da prof o capi scout o allenatori, dipende da che storie hai da raccontare.
  • Tutto quello che fai fuori scuola conta: sport, volontariato, passioni personali. Gli americani ci tengono moltissimo.

Non sempre “più grande è meglio”, e scegliere il posto giusto è metà dell’opera: tra pubblici e privati ci sono differenze di prezzi, ambiente e tipologia di studenti, così come tra città e campus più isolati. Non c’è una risposta buona per tutti: qui da Studey preferiamo dirlo senza paura.

Costi (e qui non giriamoci intorno)

Sì, è vero: studiare negli States può essere molto caro. Ci sono college dove si spendono 50.000 dollari all’anno (avete letto bene), e altri — soprattutto i community college — che chiedono cifre più “umane”, tipo 5-6.000 dollari. Ma bisogna sempre sommare vitto, alloggio, assicurazione e mille spese extra. Trovare borse di studio si può, ma non è una passeggiata e serve prepararsi bene — molte sono destinate a studenti con curriculum pazzeschi o in situazioni economiche particolari. Da questo punto di vista, non vogliamo illudere nessuno: aiuti sì, ma non aspettarti soldi facili regalati al primo che chiede.

Se ricevi una borsa, occhio a leggere tutte le clausole: alcune durano un anno solo, altre chiedono una media altissima anno dopo anno. Meglio informarsi con largo anticipo.

Problemi reali (che nessuno racconta mai)

  • Burocrazia: Il processo di application può bloccare anche i più motivati. Tra documenti, scadenze, visti, assicurazione… il rischio di sbagliare qualcosa è reale. Ti diciamo la verità: può essere stressante.
  • Adattamento: Il sistema americano è meno “rigido” di quello italiano e, all’inizio, sembra tutto un po’ un caos. Nessuno controlla davvero se studi o meno: devi saper organizzarti da solo.
  • Scelta dei corsi: Sembra una libertà totale, ma sbagliare i corsi (o sottovalutare le “general education requirements”) può farti perdere tempo e soldi.
  • Solitudine: Soprattutto all’inizio, sentirsi spaesati è normale. Il campus ha mille attività, ma farsi nuovi amici non è una corsa a tappe fisse.
  • Differenze culturali: Potresti rimanere spiazzato da un modo di fare apparentemente super aperto, ma che a volte rimane “di superficie”, oppure dalle regole severe su presenza e partecipazione. Non sono tutte rose.

Due storie vere, senza filtri

Marco ci ha scritto: “Pensavo che il community college fosse solo una versione economica dell’università, ma non offriva il corso che volevo davvero. Ho sprecato mesi (e soldi) prima di capirlo. Avessi avuto qualcuno con cui parlarne prima avrei fatto scelte più sensate.”

Sara invece ci racconta: “Il mio personal statement mi ha fatto dannare: dovevo scrivere di me, e non ero abituata. Alla fine l’ho considerato come una specie di lettera ‘a me stessa’. Ed è partito tutto da lì. Consiglio: non aspettare l’ultimo minuto, preparalo con calma e fatti aiutare.”

Domande che tutti ci fanno (e che magari non hai ancora il coraggio di fare)

  • Devo fare per forza il SAT o l’ACT?
    Risposta vera: sempre meno college li richiedono, soprattutto dopo il Covid, ma tanti li tengono ancora tra i possibili criteri di selezione. Meglio informarsi caso per caso.
  • Cambiare college dopo l’iscrizione è possibile?
    Sì, esistono procedure di “transfer”. Non sono facilissime, ma se ti accorgi che la tua prima scelta non va bene, niente è per sempre (ci siamo passati in tanti).
  • Cosa cambia tra college e università?
    A volte è solo una questione di dimensioni o di offerta didattica, altre invece proprio di approccio. Il college, in generale, è più piccolo e personalizzato; l’università offre master e dottorati e ha interessi di ricerca più forti.
  • I costi sono davvero così alti?
    Purtroppo sì. Mediamente, preparati a fare bene i conti (e a cercare ogni possibile borsa di studio).

I nostri consigli spicci ma sinceri

  • Informati in anticipo, soprattutto sulle scadenze e sui requisiti. Ogni college ha le sue regole e perdere una data può costare carissimo.
  • Chiedi aiuto, anche solo per confrontare opinioni o per tradurre un documento. Nessuno nasce “esperto” del sistema americano e chi ci è già passato può evitare tanti errori.
  • Prenditi il tempo di pensare bene a cosa e dove vuoi studiare. “Andare in America” non basta — ogni college è un mondo a parte.

Se hai altre domande (anche quelle che ti sembrano banali), scrivici: niente call center, niente promesse di ingresso garantito, ma qualcuno che veramente ha vissuto queste cose e può condividere consigli reali.

Studiare negli USA non è perfetto, e nemmeno facile per tutti. Però può essere un’esperienza incredibile, a patto di prepararsi davvero, senza illusioni. Facciamolo insieme, un passo alla volta.

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