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Corsi di inglese con volontariato: imparare aiutando

I corsi di inglese con volontariato offrono un'opportunità unica di apprendere la lingua mentre si contribuisce attivamente alla comunità. Scopri come farlo!

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Corsi di inglese con volontariato: imparare la lingua mentre fai la differenza

Studiare inglese all’estero è una di quelle esperienze che ti cambiano dentro (anche se all’inizio può spaventare parecchio, fidati). Ma se vuoi andare oltre le solite lezioni e lanciarti in qualcosa che abbia un impatto vero – su di te, ma anche sugli altri – forse i corsi d’inglese con volontariato fanno per te. In pratica: mattina in classe a studiare, pomeriggio a collaborare con progetti locali, e la sera magari a chiacchierare con nuovi amici davanti a una tazza di tè (o una birra, dipende da dove finisci).

Come funzionano, davvero

Questi programmi non sono tutti uguali. Di base, però, fondono lezioni di inglese (di solito in piccoli gruppi con studenti da altri paesi) e attività di volontariato a rotazione, in base ai bisogni della comunità e alle tue preferenze. Non c’è una versione “perfetta” del volontariato: c’è chi lavora in mezzo alla natura, chi supporta famiglie in difficoltà, chi si butta in progetti culturali. E la cosa bella è che la fatica di parlare inglese in contesti reali – a volte pure imbarazzanti – aiuta davvero a memorizzare (e sbloccare quella timidezza che tutti, prima o poi, sentiamo).

Qualche esempio concreto:

  • Pulizia di spiagge o parchi nelle città nordiche, zappa alla mano.
  • Supporto in una scuola elementare inglese, magari leggendo storie ai bambini.
  • Lavoro in rifugi per animali irlandesi o inglesi, tra coccole e lavaggi canini.
  • Collaborazione ad eventi pubblici o festival, con ruoli che vanno dall’allestimento allo stare a contatto diretto col pubblico.

Cosa ti porti a casa (oltre alla grammatica)

Parlando chiaro: migliorare l’inglese è solo una parte del discorso. Un’esperienza del genere può cambiarti il modo di vedere il mondo (e anche te stesso). Fare volontariato ti costringe ad ascoltare, a metterti nei panni degli altri, e spesso a fare errori – in inglese, e nella vita vera. Ma proprio da lì impari di più, ed è incredibile come si creino legami profondi anche in poche settimane.

Magari torni con un accento strano (succede, eccome), ma soprattutto con più sicurezza in te, storie da raccontare, competenze nuove. E – detto tra noi – qualche contatto che può servire anche in futuro, tipo per stage o lavori veri.

Scegliere il programma giusto (senza farsi fregare)

Se stai pensando di buttarti, qualche domanda scomoda è meglio farsela subito:

  • L’organizzazione è affidabile? Leggi bene le recensioni (anche quelle negative: raccontano tanto).
  • Il progetto ti interessa davvero, oppure “suona figo” solo sulla carta? Segui il tuo istinto.
  • Ci sono costi nascosti (tipo alloggio, trasporti, polizze assicurative)? Chiedi tutto prima, anche se ti sembra di fare la figura del “precisino”.
  • Quanto tempo puoi dedicare, senza esaurirti? Ricorda che studiare e fare volontariato insieme è tosto, soprattutto i primi giorni.

Le cose difficili che nessuno dice

Vale la pena essere sinceri: non tutto è rose e fiori.

  • In certi progetti potrebbe servirti già un inglese decente. Se sei alle prime armi, parlane prima: alcune attività sono più semplici di altre.
  • I costi: sì, spesso bisogna pagare qualcosa, anche per il volontariato. Fai attenzione e chiedi se esistono borse o sconti (a volte sì, ma nessuno te lo propone se non chiedi).
  • Impegno: tra lezioni e volontariato potresti sentirti stanco/a e in affanno. Fa parte del gioco, ma non vergognarti se ogni tanto ti sembra “troppo”.

Una testimonianza vera

“Mi chiamano ancora ‘la ragazza dei gatti scozzesi’”, racconta Giulia, che ha passato un’estate in un rifugio di animali in Irlanda. “Il mio inglese era traballante, ma con la scusa dei gatti e delle pulizie nessuno badava agli errori… anzi, mi insegnavano anche le parolacce locali! Oggi ho amici ovunque e un CV che finalmente dice qualcosa di concreto.”

Qualche risposta alle domande che ci fanno più spesso

  • Quanto inglese devo sapere per partire?
    Dipende dal progetto, ma di solito basta voler imparare per davvero. Meglio parlarne con chi coordina il corso: nessuno si aspetta che tu sia perfetto/a.
  • Costa molto?
    Spesso sì, perché vanno calcolati viaggio, alloggio, assicurazione… a volte le scuole aiutano con sconti. Esistono anche borse di studio: chiedi, e valuta tutto bene prima di firmare.
  • E se non ho mai fatto volontariato?
    Non è un problema. Tutti hanno cominciato da zero, e i progetti sono spesso pensati anche per chi è alle prime armi.

Se ti frullano ancora mille dubbi in testa…

È normale sentirsi insicuri o avere paura di fare il passo. Spesso serve più coraggio a chiedere che a partire davvero – ma restare fermi non aiuta. Se vuoi parlarne senza impegno, scrivici. Non abbiamo la formula magica, ma possiamo dirti come sono davvero queste esperienze e aiutarti a scoprire se fanno per te. Decidere poi, resta soltanto a te. Noi siamo qui, anche quando i dubbi sono più forti dell’entusiasmo.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.