Andare a studiare negli Stati Uniti sembra un sogno gigante, lo sappiamo. Ma la prima vera “parete” da scalare è spesso il SAT, quel test di ammissione che a molti italiani mette... un po’ di ansia. Non basta saper l’inglese: serve capire proprio com’è strutturato il SAT, che tipo di domande fa, quanto conta per davvero – e soprattutto come prepararsi senza esaurirsi.
Perché pensare a un corso di inglese con preparazione SAT
Un conto è frequentare un normale corso “per migliorare l’inglese”, un altro è mettersi a testa bassa su un percorso che pensa direttamente alle tecniche e alle strategie richieste dal SAT. Questo test, infatti, ruota molto sull’inglese accademico (con domande a trabocchetto sulla comprensione dei testi, ma anche sessioni di matematica in inglese) e su tempistiche serrate.
Un corso tagliato sul SAT di solito offre:
- Allenamento mirato sulla comprensione di testi complicati e sulle tipologie di domande che troverai solo lì.
- Esercitazioni pratiche, timed: insomma, simulazioni vere con il conto alla rovescia.
- Focus su writing e scrittura “pro” (non solo evitare errori, ma proprio argomentare come vogliono le università americane).
- Piccoli trucchi e strategie per organizzare il tempo, gestire lo stress e riconoscere le “fregature” più comuni del test.
Non risolve tutti i problemi, ma almeno si impara cosa aspettarsi – che già dimezza lo spavento.
Come scegliere (davvero) il corso giusto
Qui bisogna essere onesti: in Italia e online se ne trovano tanti, ma funzionano solo quelli che ti preparano davvero al test, senza perderti in spiegazioni scolastiche. Prima di lanciarti in un corso, prova a farti queste domande:
- Chi lo tiene? Ci sono ex studenti che hanno fatto il percorso in USA? Hanno esperienza pratica del SAT?
- Fai attenzione alle promesse troppo facili: nessuno può “garantirti” un certo punteggio.
- Ci sono possibilità di avere consigli personalizzati, magari anche su altri step dell’application (come personal statement, reference letter)?
- Com’è organizzato il corso, quante ore sono (occhio al “miracolo in 3 lezioni”) e quanto costa? Chiedi sempre chiarezza, senza vergogna.
- Leggi le testimonianze vere di chi c’è già passato, non solo le recensioni “da brochure”.
Le difficoltà reali (che tutti noi abbiamo incontrato)
Anche chi ha ottimi voti in inglese spesso si trova spiazzato per almeno tre motivi:
- Il lessico SAT è una giungla accademica. Qui non si tratta di saper ordinare al ristorante o leggere un romanzo. Le domande ti vogliono fregare, i ragionamenti sono spesso astratti – e la differenza la fanno le “sfumature” nella comprensione dei testi.
- La gestione del tempo è tosta. Non sembra, ma tra panic room e orologio che corre, ci si gioca punti sul filo dei secondi.
- Lo stress (che non si dice). Il pensiero di giocarsi tutto su un test solo pesa. Tantissimi, me incluso, hanno passato notti svegli a chiedersi “e se vado in bianco?”.
- Il SAT è solo una parte. Poi ci sono application form, lettere di reference, traduzioni della pagella, personal statement, scadenze che si incrociano... Non è semplice tenere tutto insieme, ed è normale sentirsi persi almeno una volta.
Quando conviene iniziare a pensare al SAT?
Diciamolo chiaro: prima inizi, meglio è. Il tempo giusto è almeno sei mesi prima della data scelta per l’esame, per non cercare di imparare tutto “a memoria” all’ultimo minuto. Questo ti permette di fare esercizi davvero utili invece di impazzire sui forum, e anche di lasciare spazio a un secondo tentativo, se serve.
E se il SAT non servisse?
In effetti, dopo la pandemia un sacco di università americane hanno smesso di richiederlo per forza. Però saperlo superare ti apre molte più porte, anche per borse di studio o università più competitive. Insomma: non è detto che tu debba farlo, ma sapere come funziona e avere un piano ti dà un bel vantaggio.
Esperienze senza filtri
Marco, che ha fatto tutto il percorso l’anno scorso, ci ha raccontato che la parte più difficile è stata “sintonizzarsi” proprio sull’inglese del test: “Sembrava tutto familiare, ma poi le domande erano tutte a doppio senso. Solo praticando coi test reali ho iniziato a capire il meccanismo”.
Martina invece ha scelto un corso online con supporto SAT: “Pensavo di essere più indietro in grammatica, invece la vera sfida era organizzare i pensieri nella scrittura. Il feedback personalizzato sul mio personal statement mi ha aiutato sia per il SAT che per le application”.
In sintesi
Prepararsi con un corso di inglese specifico per il SAT è una scelta che va presa in modo deciso, ma senza pensare che “basta pagare e sono pronta”. È una strada che richiede tempo, testa e, soprattutto, consigli onesti. Noi di Studey non vendiamo scorciatoie: ci siamo se vuoi una consulenza reale, una revisione dei tuoi documenti o solo un’idea su da dove iniziare, senza promettere punteggi da paura o ammissioni sicure. Se ti senti un po’ perso, nessun problema: anche noi ci siamo passati, e sappiamo bene quanto conta essere guidati — da chi ci è già passato davvero.
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