Corsi di inglese con escursioni: imparare viaggiando (davvero)
Se hai mai pensato di studiare inglese all’estero, forse ti sei già fatto mille domande: come sarà davvero stare in un’aula in un altro paese? E il tempo libero? E se mi annoio? Diciamolo: imparare una lingua tra i banchi va bene, ma c’è tutto un mondo fuori che non aspetta altro che essere vissuto. Ecco perché tanti studenti scelgono corsi di inglese che abbinano le lezioni a vere e proprie escursioni. Un po’ scuola, un po’ avventura. Qui ti raccontiamo come funzionano davvero questi corsi, cosa aspettarti (anche quando non tutto fila liscio) e ti diamo alcuni consigli spassionati per capire se questa strada fa per te.
Come funzionano i corsi di inglese con escursioni?
La premessa è semplice, ma non scontata: non studi solo in classe, ma “sul campo”. Di solito la settimana è organizzata così: lezioni di inglese la mattina (e a volte anche il pomeriggio), poi il resto del tempo… si va in giro. Musei, parchi, città vicine, gite in natura, attività di gruppo. Ogni scuola ha il suo ritmo e le sue proposte: attenzione, però, perché non tutte le escursioni sono comprese nel prezzo o organizzate con la stessa cura.
Quello che sappiamo per certo, perché ci siamo passati, è che uscire dalla routine della classe aiuta davvero a “sciogliere la lingua”. E non è solo questione di grammatica: vai a musei, mercatini, caffè, oppure ti trovi a chiedere indicazioni a un passante o a ordinare qualcosa di strano per pranzo – momenti piccoli, ma veri, che fanno tantissima differenza.
È tutto rose e fiori?
No, per niente. A volte sei stanco dopo ore di lezione e ti pesa l’idea di metterti pure in cammino. Non tutte le attività sono supercoinvolgenti (ci è capitata anche la visita alla fabbrica di mattoncini, noiosa da morire…). Ma spesso basta che scatti una connessione con gli altri ragazzi o una guida appassionata per trasformare la giornata.
Vantaggi che abbiamo visto sulla nostra pelle
- Inglese “vivo”: impari esattamente le parole che ti servono nei contesti reali, non solo quelle da libro.
- Amicizie più facili: dalle passeggiate insieme ai chilometri nei musei, si creano legami più rapidamente, anche se sei timido.
- Mentalità aperta: ogni escursione ti aiuta a capire pezzi di cultura che nessun manuale trasmette davvero.
- Meno paura di sbagliare: sbagli una domanda al pub? Nessuno ride, anzi, spesso ti aiutano volentieri (e questa cosa fa crollare parecchie ansie).
Dove si fanno di solito questi corsi?
Senza girarci troppo intorno: Regno Unito e Irlanda sono top per chi vuole vivere l’inglese classico, ma anche le versioni più internazionali a Londra, Dublino, Edimburgo, Liverpool... Tante scuole offrono le escursioni organizzate, dalle città storiche alle scogliere ventose. Gli USA e il Canada puntano molto sulle escursioni nella natura o sulle città cosmopolite (pensiamo al mix di Toronto e delle cascate, oppure Los Angeles con le gite a San Diego). Più lontani? Australia tutta da scoprire, con canguri e surf inclusi, e qualche meta in Olanda che offre inglese di alto livello più giri tra canali e musei.
Attenzione alle cose che pochi ti dicono
- I costi possono salire: Le escursioni non sempre sono incluse. Informati bene: alcune scuole propongono solo il “pacchetto base” e ogni uscita in più si paga a parte, altre hanno tutto compreso (ma costano).
- Non è per forza tutto organizzato: Alcune attività sono facoltative. E se piove? Succede! Non tutte le città hanno alternative brillanti.
- Gli altri studenti possono essere molto diversi: Potresti non trovarti subito in sintonia, oppure legare tantissimo con chi non avevi preventivato. È normale.
A chi lo consigliamo davvero?
A chi ha voglia di mettersi in gioco anche fuori dalla classe. Se l’idea di esplorare ti motiva più del “resto in aula a studiare e basta”, questi corsi sono una manna. Se invece sei una persona molto, molto introversa o temi di vivere la socialità come uno stress, valuta bene: le escursioni spingono a chiacchierare, mettersi alla prova e stare parecchio in gruppo.
Se hai un obiettivo linguistico specifico molto alto (tipo superare un esame o richiedere una certificazione in poco tempo), verifica come sono organizzate esattamente le settimane: a volte troppa “azione” fuori dalla classe non aiuta a restare concentrati sul risultato stretto. Ma per il vero inglese vissuto e pragmatico, questo mix è imbattibile.
Alcune domande che riceviamo spesso — risposte oneste
“Devo già sapere bene l’inglese per iscrivermi?”
No, di solito ci sono vari livelli, e spesso qualcuno arriva pure col livello base. Però, se la scuola è seria, ti fanno fare un test per capire dove metterti.
“Come si paga tutto?”
Dipende dalla scuola: la maggior parte richiede un acconto poi saldo, spesso via bonifico, carta di credito o piattaforme online. Chiedi sempre se il prezzo include le escursioni o sono extra.
“E se ho una disabilità?”
Alcune scuole si attrezzano per garantire accessibilità, ma non è scontato ovunque. Chiedi subito dettagli pratici e, se non ti convincono, meglio cambiare. Non tutte hanno la stessa sensibilità.
E adesso?
Se hai ancora dubbi concreti — magari paura di restare isolato, preoccupazione per i costi, o semplicemente non sai da che parte iniziare — chiedi pure. Siamo qui per aiutarti a capire davvero cosa fa per te, condividere esperienze reali (anche quelle che non brillano), e darti dritte pratiche senza giri di parole. Scrivici o cerca una chiamata con uno dei nostri advisor: anche solo capire se un corso così sia quello giusto già è un primo passo.
Insomma: imparare viaggiando può rovesciare l’idea di “lezione classica”. Ma funziona solo se sei disposto/a a lasciarti un po’ sorprendere… e magari anche a tornare a casa con qualche aneddoto in più (e sì, pure con l’inglese più fluente).
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