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Come scegliere la durata ideale di un corso di inglese all’estero

Scegliere la durata ideale di un corso di inglese all'estero richiede riflessione su obiettivi, budget e impegni personali. Ogni esperienza è unica.

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Come scegliere la durata ideale di un corso di inglese all’estero

Quando pensi di partire per studiare inglese fuori dall’Italia, una delle prime domande che sorge è: “Quanto tempo dovrei fermarmi?” Ci siamo passati anche noi e, spoiler: non esiste una risposta valida per tutti. Ognuno ha i suoi obiettivi, limiti di budget, ansie, domande e speranze. Qui proviamo a mettere un po’ d’ordine, con qualche consiglio concreto. Senza venderti la favola che “basta una settimana e diventi madrelingua” — promesso.


Perché la durata conta davvero (più di quanto immagini)

Non è solo una questione di “metterci più o meno tempo”. Il periodo che scegli di dedicare a un corso di inglese dà forma all’esperienza — a quanto riesci a imparare, a come riesci a integrarti, persino a come vivi quel periodo fuori. Che tu abbia un mese libero o stia pensando seriamente di trasferirti per qualche semestre, vale la pena fermarsi a ragionare su alcune cose che a volte passano sotto traccia:

  • Spese totali (e non solo il corso): stare via una settimana o sei mesi fa tutta la differenza del mondo sulla spesa, tra tasse scolastiche, stanza in affitto, cibo, trasporti e uscite.
  • Obiettivi (onesti) che ti dai: vuoi solo “scioglierti” un po’ con la lingua? Ti serve una certificazione ufficiale tipo IELTS o Cambridge? Hai in mente un’università? Le risposte ti aiutano a capire quanto investire in termini di tempo.
  • Fattori pratici: visto, permesso, assicurazione, gestione della casa in Italia, lavoro o università lasciati in stand-by… Non sottovalutare la quantità di burocrazia, soprattutto per periodi lunghi.
  • Impatto sulla tua vita personale: magari si parte carichi e dopo un mese inizia la nostalgia, oppure le prime difficoltà con la lingua mettono ansia, o ancora, scoprire che in una settimana non succede il miracolo e ci si scoraggia.

Durate tipiche: quale scegliere?

Non c’è una formula magica, ma ecco quello che abbiamo vissuto noi (e i tanti ragazzi che ci scrivono):

Durata Caratteristiche
1–4 settimane Perfette se vuoi “assaggiare” l’esperienza, magari durante le vacanze estive o per allenare la conversazione in full immersion. Ideale per rompere il ghiaccio.
Non aspettarti di rivoluzionare il tuo inglese: è un’iniezione di fiducia, più che altro, e può costare parecchio in rapporto a quello che porti a casa.
1–3 mesi Qui si vede la differenza vera: hai il tempo di ambientarti, prendere confidenza con la lingua e, se vuoi, prepararti per una certificazione base.
Devi organizzarti per restare via un po’, magari prendendo una pausa dagli impegni in Italia. Il budget comincia a pesare, ma i risultati sono più solidi.
3–6 mesi Scelta giusta se parti con basi deboli e vuoi davvero consolidare (ad esempio se punti al livello B2/C1), oppure se ti serve tanto tempo per preparare l’IELTS.
Devi spesso fare i conti con questioni di permesso/visto, assicurazioni, e con la fatica dell’adattamento.
6–12 mesi (o anche di più) Se il tuo obiettivo è inserirti in un’università, lavorare o vivere in modo stabile in un paese anglofono, questa è la strada che porta ai veri cambiamenti.
Impegno massiccio, soprattutto a livello emotivo ed economico; qui o diventa una seconda casa, o rischi di sentirti fuori luogo se non hai punti di riferimento.

Cinque domande (oneste) da farti prima di decidere

  1. Perché vuoi farlo?
    Vuoi solo migliorare l’inglese per te stesso? Per l’università? Per lavorare fuori? Più alta la posta in gioco, più tempo ha senso investire.
  2. A che punto sei ora?
    Se parti da zero, già tre mesi sono il minimo sindacale per sentirti padrone delle basi. Se hai già un B1 solido, anche 4-6 settimane di full immersion possono aprirti nuove strade.
  3. Quanto puoi (davvero) spendere?
    Occhio: spesso ci si concentra sulla retta del corso, ma a fare la differenza sono vitto, alloggio, trasporti locali, libri, assicurazione, uscite. Meglio calcolare bene tutto, magari chiedendo un preventivo dettagliato.
  4. Conosci le regole sul visto?
    Sembra roba scocciante, ma può cambiare tutto. In alcuni paesi, da un certo numero di settimane in poi serve documentazione aggiuntiva, a volte anche solo assicurativa. (Esperienza personale: meglio una domanda in più prima di partire che dover tornare a casa a metà!)
  5. Hai idea di cosa vuoi fare dopo?
    Se studi per entrare in un’università, pianifica fin da subito: avrai bisogno della certificazione? Quando sono le sessioni di esame? Nulla ti vieta di cambiare idea strada facendo, ma avere un piano aiuta.

Piccoli (grandi) errori che vediamo spesso

  • Credere che in 2 settimane si possa cambiare completamente livello. Spiace dirlo, ma non succede, a meno che tu non sia già molto vicino all’obiettivo e ti serva solo sbloccare la conversazione.
  • Non controllare con attenzione la reputazione della scuola: se il prezzo sembra troppo bello per essere vero, spesso c’è il trucco.
  • Dimenticarsi tutto il resto: a volte la vera sfida non è imparare la grammatica, ma affrontare la spesa del supermercato senza andare nel panico, gestire la nostalgia o trovare qualcuno con cui parlare.
  • Non ragionare sulle tappe future. Se vuoi iscriverti all’università, pensa al tempo di attesa per i risultati degli esami di certificazione, per esempio.

Storie reali – Nulla di patinato

  • Sara, 20 anni, era convinta che bastassero 6 settimane a Dublino per prepararsi all’IELTS. Dopo le prime 4 ha capito che aveva bisogno di più tempo per davvero assorbire tutto e non farsi travolgere dall’ansia. Ha prolungato la permanenza a 3 mesi. Ha speso di più — la scelta però le ha permesso di raggiungere il punteggio giusto senza il panico della scadenza.
  • Marco ha frequentato un corso da 6 mesi a Londra, era carico a mille. Ma non si era informato sul rinnovo del permesso, così ha passato due settimane a rincorrere documenti con il rischio di dover rientrare anzitempo. Adesso dice: “Lo rifarei, ma stavolta con le idee chiare fin da subito sul lato burocratico.”

Qualche domanda che ci arriva spesso

Quanto tempo serve per prendere l’IELTS?
In media almeno tre mesi se vuoi prepararti bene, ma dipende parecchio dal tuo livello di partenza e da quanto puoi studiare ogni giorno. Meglio non rischiare di tagliare troppo corto!

E se posso fermarmi solo poche settimane?
Meglio poco che niente: ogni full immersion aiuta. Ma non cadere nell’illusione che basti per svoltare. Se poi puoi continuare lo studio tornando in Italia, ancora meglio.

Vale la pena allungare il corso?
Se puoi e senti di non essere pronto a fine percorso, sì. Molti dei nostri ragazzi ci hanno detto che sono proprio le settimane dopo la “meta” iniziale a garantirgli la sicurezza di parlare davvero.

E se poi mi accorgo che non fa per me?
Può succedere. Non vergognarti, né sentirti in colpa. Parlane con qualcuno che c’è passato, valuta se accorciare la permanenza o cambiare approccio; a volte è solo fatica del primo periodo, a volte serve davvero modificare i piani.


In conclusione (senza retorica)

Non esiste la durata “perfetta” per tutti, né ti serve una lunga permanenza a tutti i costi per dire di aver imparato. Scegli con onestà, fai i conti con te stesso (e con i tuoi limiti, economici e emotivi), informati su tutto quello che riguarda il corso e la quotidianità all’estero.

Non aspettarti magie in due settimane, ma non pensare nemmeno che serve per forza un anno. Il vero salto lo fa chi parte con obiettivi chiari, senza illusioni, e soprattutto con la voglia di mettersi in discussione.

Se ti va di parlarne, davvero — senza impegno o finto entusiasmo — siamo qui. Nessuna promessa strana, ma qualche consiglio concreto possiamo darti, anche solo per aiutarti a capire da dove cominciare.

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