Quando vai a studiare inglese all’estero, uno dei primi ostacoli che incontri è il famigerato “placement test”. Se non sai di cosa si tratta o se già ti stai immaginando l’ansia da esame universitario... respira. Non sei solo: tutti, prima di iniziare un corso di inglese serio, devono passare da lì. Qui ti racconto cos’è (davvero), come funziona e cosa puoi aspettarti, senza veli e senza promesse da brochure.
Cosa significa davvero “placement test”?
In poche parole: il placement test serve solo a capire dove sei con l’inglese ora, così possono infilarti nella classe giusta. Non esiste “giusto” o “sbagliato”, non ti scrivono sulla pagella che hai toppato. È tipo una bussola per non finire in una lezione in cui non capisci nulla... o dove ti annoi perché sai già tutto.
Come si struttura di solito?
Ogni scuola ha il suo metodo, ma lo scheletro più o meno è sempre questo:
- Parte scritta: spesso con domande a risposta multipla su grammatica e vocaboli, piccoli pezzi da leggere e capire, qualche frase da completare. Di solito online o su carta.
- Colloquio orale: chiacchierata con un insegnante, 5/10 minuti in cui ti chiedono cose semplici (“Parlaci di te”, “Perché sei qui?”). Lo scopo non è metterti in imbarazzo, ma vedere come te la cavi a parlare.
- (A volte) Ascolto: brevi audio o video, domande sul contenuto. Niente di troppo complicato, giusto per capire se afferri le cose dette a velocità normale.
Durata? Variabile. Puoi trovarti davanti quiz di 30 minuti come test spezzettati in due giorni. Non si tratta comunque di stare ore imbalsamato a sudare.
Che succede dopo?
Ricevono i risultati (di solito nel giro di poche ore o massimo il giorno dopo) e ti assegnano alla classe che “calza” col tuo livello. Se nel tempo fai progressi o ti rendi conto che sei troppo avanti/indietro, nella maggior parte delle scuole puoi chiedere di spostarti di gruppo. Davvero: succede più spesso di quel che pensi, e non ti guardano male.
Si può “fallire” il placement test? (Domanda popolarissima)
No. Cioè, davvero: NON è un test che passi o bocci. Ti serve solo a evitare errori di percorso che rischiano di farti odiare la lingua. Nessuno ti caccia perché “non vali” o simili: non è un concorso.
Un paio di consigli veri (non da “influencer”):
- Non prepararti solo per “fare bella figura”: se spari a caso, finisci nella classe sbagliata e ti complichi la vita.
- Ripassa il minimo sindacale: qualche verbo, due regole base di grammatica, ma soprattutto ascolta qualcosa in inglese e leggi articoli o canzoni per rimettere in moto l’orecchio e la testa.
- Parla almeno cinque minuti con qualcuno in inglese: uno che non giudica, tipo un amico, un parente, anche una chat online. Solo per togliere la ruggine.
Domande che ci fanno spesso:
Devo essere perfetto/perfetta l’inglese già prima del test?
Assolutamente no. Il bello delle scuole serie è proprio che incontri gente di ogni livello: dal principiante che ha imparato tutto guardando serie tv sottotitolate, all’esperto che vuole solo perfezionare l’accento.
Se non capisco una domanda, mi blocco?
Di solito puoi saltare, o comunque spiegare che non è chiara. Se ti capita, niente panico: ci siamo passati tutti.
E se sto proprio male il giorno del test?
Dillo subito allo staff. Di norma sono umani e possono spostarti, se serve.
In pratica
Il placement test fa paura solo la prima volta che ne senti parlare, ma nella realtà è un passaggio tranquillo. Un modo per capire da dove parti, non un giudizio sulla persona. Siamo qui proprio per aiutarti a togliere l’ansia: ci siamo passati anche noi.
Se vuoi una mano a prepararti, con consigli specifici (non quelli da blogacci tipo “sei speciale, vai e vinci”), scrivici. Se invece ti preoccupa il tipo di test di una scuola particolare, chiedici pure di raccontarti come va davvero: nessun filtro, promesso.
Lo diciamo sempre: il viaggio non lo inizi da solo, nemmeno qui.
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