Come Affrontare la Nostalgia di Casa Durante un Viaggio di Studio
Quando inizi l’avventura di studiare all’estero, tutti ti parlano delle opportunità, delle nuove amicizie, delle città da esplorare. Quasi nessuno ti dice però quanto può essere dura, a volte, sentire la mancanza di casa. La nostalgia arriva senza avvisare: può essere una sera in cui ti manca il tuo piatto preferito, un pomeriggio silenzioso in cui vorresti solo parlare in dialetto, o semplicemente quel bisogno improvviso di un abbraccio familiare. Se ti sembra di essere il solo a provare queste sensazioni, ti assicuro: non sei affatto solo.
Perché è normale sentirsi così
La nostalgia non è segno di debolezza, né la prova che hai fatto “una scelta sbagliata”. È una reazione normale al cambiamento – il cervello va in tilt quando la routine che conosce viene stravolta. Anzi, provare nostalgia significa che hai lasciato qualcosa di bello, a cui tieni davvero. Capire questo è il primo passo per affrontarla: non devi nasconderla, né ignorarla.
Piccoli trucchi che ci hanno aiutato
Con il tempo, nella community di Studey abbiamo raccolto decine di storie e soluzioni pratiche. Non esiste una ricetta magica, ma ecco alcune cose che, per tanti, hanno davvero fatto la differenza:
1. Mantieni il filo con casa, ma… senza esagerare
Sì, le videochiamate con la famiglia fanno bene. Mettere in calendario una chiamata con chi ami può diventare un momento fisso che ti dà sicurezza. Ma attenzione a non isolarti nel “fantamondo” di WhatsApp: vivere solo con la testa in Italia non aiuta ad aprirsi. L’equilibrio, purtroppo, lo trovi solo provando.
2. Ricostruisci la tua quotidianità
La routine è una mega-ancora. Che sia la colazione nello stesso bar, una passeggiata al parco o il corso di zumba del mercoledì… trova i tuoi riti. Sembrano cose da poco, ma diventano piccoli salvagente quando ti senti alla deriva.
3. Ricordi (e cibo!) che scaldano il cuore
Molti di noi partono con una valigia mezza vuota e due vasetti di sugo di mamma nascosti tra i vestiti. Può sembrare banale, ma foto, lettere, anche solo la sciarpa di papà aiutano tanto nei momenti no. E cucinare il tuo piatto preferito – anche senza il tocco perfetto della nonna – ha un potere magico nei giorni in cui la nostalgia picchia forte.
4. Non restare chiuso nella tua bolla
Uscire, anche quando “non ne hai voglia”, spesso è la svolta. Una chiacchierata con un altro studente nella tua stessa barca, l’uscita con i coinquilini, il film in lingua originale al cinema: ogni passo fuori dalla comfort zone ti regala storie nuove e, piano piano, meno malinconia.
5. Cerca aiuto se serve
Parlare con qualcuno che ti capisce può aiutare tanto. Che sia un amico, un gruppo di studenti italiani, un advisor Studey (o un counselor dell’università)… chiedere aiuto non è segno di sconfitta, ma di maturità.
Domande che riceviamo spesso
“Se provo nostalgia vuol dire che non sono adatto all’estero?”
Assolutamente no. Tutti, anche chi sembra super socievole e adattabile, hanno avuto i loro momenti di calo. La differenza la fa chi li riconosce e si concede il tempo di passarci attraverso.
“Devo parlare tutti i giorni con la mia famiglia?”
Non c’è una regola. Per qualcuno è fondamentale, per altri può diventare un modo per rimandare l’adattamento. Ascolta come ti senti: non serve forzare nulla.
“Si sta meglio col tempo?”
Nella maggior parte dei casi, sì. Pian piano le cose iniziano a sembrare meno “strane” e più normali. E ci sarà persino un momento in cui ti sentirai a casa… anche lontano da casa.
Un ultimo consiglio spassionato
La nostalgia non sparisce con un trucco. Nessuna email, call o articolo (nemmeno questo) può risolverla tutta d’un colpo. Ma parlarne, scambiarsi esperienze, non tenerlo dentro – questa è già metà della strada.
Se vuoi raccontare la tua, se hai dubbi o semplicemente ti serve una voce amica che ti dica “Oh, pure io ci sono passato”, noi ci siamo. Scrivici, anche solo per due chiacchiere. Perché dietro Studey ci sono persone vere che queste emozioni se le ricordano bene… e se le portano ancora un po’ dentro.
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